Politica
Staminali e Sla, un emendamento per cancellare il finanziamento senza bando
Continua la polemica sullo stanziamento di 3 milioni di euro per una sperimentazione con staminali cerebrali adulte sulla Sla, senza bando. Un emendamento dell'onorevole Locatelli, firmato anche dalla scienziata Ilaria Capua, chiede un bando per la ricerca clinica che utilizzi staminali sulle malattie rare.
Scaduti venerdì sera i termini per la presentazione degli emendamenti, la legge di stabilità nella versione licenziata dal Senato si appresta a passare al vaglio della Camera dei deputati. Tra gli emendamenti depositati ce n’è uno, a firma dell’onorevole Pia Locatelli, che mette in discussione l’assegnazione di 3 milioni di euro nei prossimi due anni per «realizzare una sperimentazione clinica di fase due basata sul trapianto di cellule staminali cerebrali umane in pazienti affetti da Sclerosi Laterale Amiotrofica». Nei giorni scorsi si è accesa la polemica su un comma che darebbe un finanziamento praticamente “ad personam” alla ricerca del professor Angelo Vescovi, tanto è circostanziata la descrizione del progetto da finanziare. L’onorevole Locatelli, deputata PSI e Presidente Onoraria dell'Internazionale Socialista Donne, chiede invece con il suo emendamento che quei 3 milioni di euro siano destinati allo «svolgimento di una o più sperimentazioni cliniche» con «l’impiego di medicinali per terapie avanzate a base di cellule staminali» (e non più staminali cerebali) rivolte «alla cura di malattie rare» (e non alla sola Sla). Inoltre la selezione dei progetti di ricerca «avviene tramite bando di selezione pubblica».Vita.it ha cercato l’onorevole per farsi spiegare l’emendamento.
Onorevole, cosa c’è che non va nel comma 223 attuale?
Cominciamo con il dire che il problema non è il professor Vescovi e pure che quei soldi non sono i soldi di Stamina. Il comma così come è scritto non va bene perché destina 3 milioni di euro a una sperimentazione clinica descritta con requisiti estremamente specifici: la politica in sostanza indica con precisione il tipo specifico di ricerca da finanziare, ma la politica non ha le competenze per dire che una ricerca è meglio di un’altra e quindi deve essere finanziata. Tra l’altro lo dice anche una sentenza della Corte Costituzionale.
Meglio quindi lasciare il campo largo?
Nella ricerca, se vogliamo che i soldi vengano fatti fruttare al meglio, è assolutamente necessario mettere in massima competizione le eccellenze. Questo vale ancora di più se i soldi che possiamo investire in ricerca sono pochi: non possiamo premetterci di sprecare nemmeno un euro, vanno spesi tutti benissimo. Posta la libertà della ricerca a la necessità di fare un bando pubblico, io tuttavia preferisco che i soldi vadano alla ricerca scientifica piuttosto che indistintamente nel fondo sanità o nel fondo non autosufficienza. Ho parlato proprio per questo di ricerca clinica, di staminali e di malattie rare: un perimetro c’è, ma non così stringente come nella versione attuale.
Lei si è fatta un’idea di come quel comma sia entrato nella legge di stabilità?
Tra i senatori che lo hanno presentato c’è anche la mia cara amica Laura Puppato, io sono sicura che lo hanno fatto in buona fede, probabilmente c’è fra loro qualcuno che è particolarmente sensibile ai problemi delle persone con la Sla.
Sa se altri colleghi si sono mossi sullo stesso tema? La questione ha suscitato parecchie polemiche nell’opinione pubblica…
Il mio emendamento è stato firmato tra gli altri da Ilaria Capua, Ileana Argentin, Maria Amato. Spero che anche altri colleghi abbiano presentato emendamenti e spero anche che sarà possibile unire le forze: il disappunto da parte dell’opinione scientifica ci è arrivato molto forte.
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