Sostenibilità
Le golf car per lo street food
L'idea è di una giovane imprenditrice: usa le piccole vetture elettriche per assecondare le tendenze del cibo di strada. Ha 28 anni ed è convinta che «in Italia si può e si deve fare impresa. Dobbiamo rimanere e valorizzare questo territorio»
di Anna Spena
Oggi parte la settima edizione del Salone biennale Gamma Donna di Torino, la manifestazione nazionale che sostiene chi si mette in proprio e decide di fare impresa in Italia. Tra le quasi mille giovani imprenditrici che hanno partecipato alla settima edizione, l’età media delle partecipanti è al di sotto dei 35 anni, c’è Miriam Manassero, che di anni ne ha appena 28.
Nel 2013 ha fondato la start up Al.va che nasce dall’unione di mini-auto elettriche, dei frigoriferi commerciali e dell’attenzione a tutto ciò che è ecosostenibile. Si tratta di veicoli totalmente elettrici per la distribuzione di alimenti freschi o surgelati, come ad esempio il gelato.
«Sono nata e lavoro a Casale Monferrato, in Piemonte», dice Miriam Manassero, «ho studiato giurisprudenza. Non è molto attinente al business dei frigoriferi», sorride.
«La startup nasce con l’obiettivo di coniugare le giacenze tecnologiche presenti in Piemonte, tutte le tecnologie frigorifere sono nate qui, e l’attenzione all’ambiente; fondamentale per chi oggi vuole fare impresa», spiega la Ceo di AL.va.
Nel 2014 Al.va ha progettato e venduto già trenta vetture (ogni mini-auto elettrica dotata di frigorifero costa circa 22mila euro), ed il team è composto da cinque persone. «Siamo molto uniti tra di noi, da soli non si fa impresa».
Lo scorso ottobre Miriam e il suo team hanno vinto il premio Csr Unioncamere-Bocconi per la responsabilità sociale d’impresa come startup innovativa, sociale che realizza prodotti a impatto zero. «Noi abbiamo un’attenzione particolare anche per i cittadini e il territorio. Chi vuole avere successo facendo impresa deve diventare “imprenditore etico”; il suo unico scopo non può essere solo il profitto, che è ovviamente importate, ma bisogna essere attenti anche a tutto ciò che ci circonda».
Auto elettriche e frigoriferi, un binomio che negli ultimi tempi si sta sviluppando grazie al fenomeno sempre più diffuso dello street food. «Abbiamo fatto delle analisi di mercato prima del 2013, e ci siamo accorti che c’era una nicchia di mercato che aveva bisogno di un prodotto come il nostro. Ad esempio il settore del gelato artigianale, uno dei pochi in crescita nonostante la recessione generale».
Tutti i veicoli sono elettrici e l’autonomia dei frigoriferi istallati a bordo dura fino a 18 ore.
Hanno venduto diverse vetture in Italia ma gran parte del fatturato si fa all’estero: Germania, Svizzera, Polonia.
«Gamma donna», spiega Miriam, «è uno di quegli eventi importanti per fare impresa nel modo giusto. Il problema dell’imprenditore di provincia è che non riesce a fare rete. Quello dove lavoro io è un settore prettamente maschile; le donne partono un po’ svantaggiate ma i pregiudizi e le difficoltà si possono superare: lo faccio quindi ci credo. Mi piace sottolineare che in Italia si può e si deve fare impresa. Dobbiamo rimanere e valorizzare questo territorio che infondo, in passato, ci ha dato tanto. La cosa fondamentale è capire che l’economia non è più quella dell’impresa tradizionale; sono cambiati i paradigmi, è tutto variabile, indeterminato. Ci sono effetti negativi ma anche tante possibilità; per sfruttarle bisogna conoscerle e studiarle a fondo».
Nel 2015 la sua startup fatturerà 500mila euro…
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