Non profit
Una valanga di firme per salvare il castello di Sammezzano
Un ragazzo di 29 anni lancia una raccolta fondi provocatoria, tutto il paese partecipa e l'eco della petizione lanciata su Change.org arriva addirittura olttre i confini italiani. "Servono 100 milioni di euro per il restauro della struttura e la messa in sicurezza del parco, il ministro Franceschini ci ha risposto che non ci sono i soldi ma noi abbiamo in mente altre strade, se le autorità stanno dalla nostra parte", spiega Francesco Esposito, che con un agguerrito gruppo di cittadini sta raccogliendo migliaia di adesioni dal vivo e sui social network
Tutto è iniziato quando Francesco Esposito, 29 anni, una laurea specialistica in Economia e Business administration in tasca, ha fatto un gesto tanto simbolico quanto provocatorio: “ho aperto una raccolta fondi per salvare il castello di Sammezzano, situato a Reggello, Toscana. Ben sapendo di non avere la possibilità di arrivare all’obiettivo finale di 100 milioni di euro, i soldi che servirebbero per farlo ritornare agibile e a disposizione della collettività”. E allora perché lanciare l’appello? “Perché è assurdo che una struttura di tale bellezza, il castello come i giardini, non possano essere mesi a disposizione della collettività e stiano cadendo in rovina”, spiega Esposito.
In realtà per febbraio 2016 è prevista un asta, dato che a oggi la struttura – in stato di abbandono – è in mano a un privato, ma visti i costi esorbitanti il rischio concreto è che vada deserta. Nel frattempo, la provocazione del ragazzo toscano è diventata una vera e propria petizione promossa sulla piattaforma Change.org, che nel giro di poche settimane ha raccolto 12.800 firme, molte più degli 8mila abitanti del paese: “è successo l’inaspettato”, racconta Esposito, “prima qualche giornale locale aveva ripreso sul web la mia iniziativa, poi hanno iniziato a contattarmi in molti, dall’Italia e dall’estero e di ogni estrazione sociale, da avvocati a professori universitari a negozianti. Tutti con l’intento di aiutare a diffondere l’iniziativa di salvataggio del castello”. A quel punto l’idea della petizione e la nascita di un gruppo volontario di “almeno 30 cittadini dai 20 a i 70 anni” per chiedere che Sommezzano diventasse sede museale aperta a tutti.
“Tra i vari contatti, ci sono stati i politici di ogni livello, fino ad arrivare a ben sette interrogazioni parlamentari in un mese, presentati da deputati del gruppo misto, Pd e Cinque stelle”, spiega Esposito. “Il ministro Franceschini ha risposto che non ci sono i soldi né per l’acquisto né per la successiva manutenzione straordinaria”. Ma questo non ferma il promotore iniziale dell’iniziativa e i tanti che l’appoggiano: “la pagina facebook Save Sammezzano ha già superato 34mila iscritti, che condividono molti dei contenuti che pubblichiamo: siamo arrivati a essere presenti su ben 6 milioni di bacheche, un dato straordinario che fa capire quanto le persone tengano alla possibilità, in un futuro, di fruire del castello e dei giardini”.
Per ora nessun lieto fine in vista, ma nonostante questo il comitato non si scoraggia: “ora abbiamo bisogno dell’appoggio morale delle istituzioni, dal ministero come dalla Regione Toscana”, illustra Esposito, “una volta che li abbiamo ottenuti, partiremo con una raccolta fondi strutturata, tramite un crowdfunding gestito dalle numerose persone con competenze trasversali, dalla comunicazione al marketing, che hanno dato la loro disponibilità volontaria”. Il castello di Sammezzano potrà tornare a risplendere? “Sì, è il luogo in cui è stato girato il film Il Racconto dei racconti, di Garrone, e molte altre iniziative culturali e pubblicitarie”, conclude il promotore di Save Sammezzano, “hanno sempre lavorato con il generatore e comunque con permessi speciali date le condizioni critiche della struttura e degli alberi del parco. La speranza è che tutto questo e molto altro si possa fare in futuro in condizioni di piena vivibilità”.
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