Cultura

8 per mille: l’87% degli italiani sceglie la Chiesa Cattolica

Sono aumentati gli italiani che hanno deciso di destinare alla Chiesa cattolica l'8 per mille Irpef. Retinopera: "Bossi va contro il popolo italiano"

di Redazione

Iil sistema di decisione dei cittadini sulla destinazione dell’otto per mille dei redditi si è andato affinando negli anni: oggi si possono scegliere non più solo la chiesa o lo stato come destinatari del fondo, ma anche le altre principali confessioni religiose presenti nel nostro paese. Che il sistema funzioni viene testimoniato anche dagli ultimi dati resi noti nel 2003: sono, infatti, aumentati gli italiani che hanno deciso di destinare alla Chiesa cattolica l’8 per mille Irpef: lo scorso anno per la prima volta hanno superato la soglia dell’87 per cento, e nelle casse della Cei nel 2003 sono entrati oltre 108 milioni di euro in piu’ rispetto al 2002. ”La Chiesa italiana ringrazia tutti i contribuenti per il sostegno dato”, ha detto il presidente della Cei, card. Camillo Ruini, a maggio scorso, a conclusione della 51/a assemblea generale dei vescovi italiani. La somma relativa all’otto per mille Irpef assegnata alla Chiesa cattolica per il 2003 risulta pari ad oltre un miliardo e 16 milioni di euro: la cifra è il risultato del conguaglio per il 2000 versato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze alla Cei (oltre 228 milioni di euro), più l’anticipo di quasi 788 milioni di euro dato per il 2003. C’è stato nel 2000 (a cui si riferiscono i dati definitivi del Ministero, resi noti dalla Cei) un balzo di mezzo punto percentuale (dall’86,58 per cento all’87,17 per cento) nelle scelte dei contribuenti italiani in favore della Chiesa cattolica. Quanto alla ripartizione dell’otto per mille 2003, la Cei ha deciso di destinare 329 milioni di euro agli stipendi e alle pensioni dei circa 38 mila sacerdoti italiani; 185 milioni in interventi caritativi, di cui 80 milioni per il Terzo Mondo; 422 milioni e 500 mila euro ad esigenze di culto e pastorale. Un capitolo, questo, che riguarda la costruzione di nuove chiese, la tutela dei beni ecclesiastici, le iniziative di rilievo nazionale e l’attivita’ dei tribunali ecclesiastici. Infine, 79 milioni di euro sono stati dirottati su un fondo di riserva, che sarà utilizzato nel futuro sopratutto per esigenze di culto e iniziative di carità. Risultati che fanno dire, in un comunicato, a Retinopera (ccordinamento dei movimenti cattolici impegnati nel sociale, da Acli a CdO): “Non è certamente degno di un dibattito in un paese civile ridurre a simili bassezze il pur aspro confronto politico. Né tantomeno è lecito per un Ministro della Repubblica insolentire in questo modo la Chiesa cattolica, vescovi e cardinali, istituzioni e opere. Sono affermazioni che in nulla corrispondono ai più radicati sentimenti del nostro popolo e che nulla hanno a che fare con il merito delle questioni cui effettivamente mira un ?arruffapopolo?, in evidente difficoltà di consensi. Se i contribuenti italiani continuano ad aumentare le proprie offerte alle diverse organizzazioni della Chiesa italiana e ad incrementare il numero delle proprie firme per l?8 per mille evidentemente manifestano di pensarla in modo opposto agli insulti di chi è ormai privo di argomenti e per occupare stare sulla scena non trova di meglio che prendersela con ?i santi?. In un tempo di buio della ragione e di grande devastazione morale ? la Chiesa, le sue istituzioni, i suoi martiri e i suoi fedeli laici sono stati molto semplicemente una grande riserva morale e di energia civile e sociale, disposta a costruire e ricostruire per il bene comune di tutti.


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