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700 persone con disabilità al Parlamento Europeo: più diritti, più partecipazione

Si sono incontrate al Parlamento europeo, in dialogo con i leader politici. Approvati tre atti, per chiedere l'accessibilità completa delle prossime elezioni del 2019, un impegno sull'European Accessibility Act e sull'attuazione della Strategia 2020/2030. Tra le richieste, un nuovo Anno Europeo dei diritti delle persone con disabilità, nel 2021. C'era anche UILDM

di Redazione

Tre documenti per la realizzazione degli obiettivi che l'Unione europea si è posta in materia di disabilità: la Risoluzione sulla prossima Strategia europea per la disabilità, la Risoluzione sullo European Accessibility Act e il Manifesto sulle elezioni europee 2019 accessibili. È questo l'esito del IV Parlamento Europeo delle Persone con Disabilità (EPPD) che si è riunito a Bruxelles il 6 dicembre, dopo le edizioni del 1993, 20013 e 2012. Anche UILDM era presente, insieme ad altri 700 rappresentanti. Il IV Parlamento Europeo ha coinciso anche con i 20 anni dell'European Disability Forum (EDF), nato nel 1997 per garantire che le decisioni relative alle persone con disabilità siano prese con persone con disabilità, attraverso il loro coinvolgimento attivo nella politica e nel processo decisionale: concetto alla base del celebre motto "niente su di noi senza di noi".

Il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha dichiarato aprendo il Parlamento delle Persone con Disabilità che «Il nostro impegno per migliorare la vita delle persone con disabilità è fondato nei nostri valori di europei, incluso il nostro attaccamento alla libertà, all'uguaglianza e all'inclusione di tutti gli individui nella società. Questi valori vanno tradotti in azioni concrete, per consentire a ogni persona di vivere una vita indipendente e per assicurarsi che la nostra società consenta l'empowerment di ciascuno». Il presidente di EDF, Yannis Vardakastanis, ha dichiarato: «Oggi mostriamo un Parlamento europeo vicino ai suoi cittadini. L'EPPD è un'altra pietra miliare nel dialogo tra rappresentanti eletti dell'UE e cittadini con disabilità».

Sono diverse le richieste che il Parlamento ha indirizzato all’Unione Europea. La prima riguarda il diritto di votare ma anche di candidarsi alle elezioni europee, rendendo accessibili tutti gli aspetti di una campagna elettorale, dai materiali prodotti, alla procedura per votare, ai seggi. Il pensiero ovviamente è alle elezioni europee del 2019. «Vogliamo essere cittadini attivi – commenta il presidente nazionale UILDM Marco Rasconi – vogliamo cioè avere diritto di mettere in pratica le nostre opinioni e non solo di esprimerle. I tre documenti approvati sono strumenti utili per passare dall’inclusione alla partecipazione, un buon risultato che ci permette di crescere». Il diritto alla partecipazione politica e il diritto di voto sono sanciti nella CRPD che l'UE e tutti i suoi Stati membri, ad eccezione dell'Irlanda, hanno ratificato. Tuttavia nella realtà centinaia di migliaia di persone con disabilità in Europa sono private di esercitare questo diritto fondamentale.


Il Parlamento ha chiesto poi di stanziare un budget per l’attuazione della nuova Strategia europea per la disabilità 2020-2030, una serie di azioni volte a dettare la nuova agenda per i diritti delle persone con disabilità, che si dovrà basare su un dialogo con le persone e le loro organizzazioni rappresentative. La risoluzione chiede ai leader UE di adottare una strategia europea sulla disabilità 2020-2030 che copra tutte le disposizioni della CRPD, includendo anche il 2021 come Anno europeo dei diritti delle persone con disabilità. Inoltre, i partecipanti hanno ricordato come cinque fra gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) menzionino direttamente la disabilità (obiettivo 4 sull'istruzione di qualità, obiettivo 8 sul lavoro dignitoso e crescita economica, obiettivo 10 sulle disuguaglianze ridotte, obiettivo 11 sulle città e comunità sostenibili e obiettivo 17 sulle partnership per gli obiettivi) ma come sia in generale importante prendere in considerazione le persone con disabilità nella loro attuazione. L’altro strumento per il quale è stato chiesta l’attuazione è il 'Pilastro europeo dei Diritti sociali' e le sue relative iniziative, cioè un piano di protezione sociale per garantire un tenore di vita adeguato; misure volte a garantire diritto al lavoro; supporto personalizzato all’interno del sistema di istruzione generale; infine di adottare misure che mettano fine alla segregazione delle persone con disabilità.

Il Manifesto adottato dal IV Parlamento ha individuato nell’accessibilità il tema-ponte che collega tutti i temi toccati, chiedendo di adottare, attuare e applicare la legge europea sull'accessibilità; di garantire che il trattato di Marrakesh sia pienamente attuato all'interno dell'Ue e in cooperazione con i paesi partner in tutto il mondo, affinché le persone con disabilità visiva abbiano accesso agli stessi libri, riviste e materiali”; adottare misure capaci di garantire che “gli sviluppi tecnologici non lascino indietro nessuno e siano progettati per tutti, così che le persone con disabilità siano in grado di utilizzarle e beneficiarne come gli altri, migliorando la propria vita indipendente e la piena partecipazione a tutti gli aspetti della vita”. Per quanto riguarda l'accessibilità dei mezzi di trasporto, si chiede di “applicare la legislazione dell'Ue sui diritti dei passeggeri, rafforzando le disposizioni sull'accessibilità, per garantire che i passeggeri con disabilità godano della loro libertà di movimento”. Il 7 dicembre il Consiglio d'Europa ha approvato l'attesa posizione sull'Accessibility Act, una proposta legislativa volta a rendere accessibili a tutti i diversi prodotti e servizi in Europa. Il testo concordato dal Consiglio è lontano – afferma EDF – dalle richieste del movimento dei disabili, ma è positivo che ora i triloghi, ovvero i negoziati tra le tre istituzioni dell'UE (Consiglio, Parlamento e Commissione) possano finalmente iniziare: la spernza è che si giunga ad un accordo sulla legge sull'accessibilità entro il prossimo anno.

L’ultimo paragrafo del Manifesto pone l’accento sull’Europa dei diritti umani, chiedendo ai rappresentanti politici dell’Unione Europea di “assicurare che i diritti delle donne e delle ragazze con disabilità siano presi in considerazione in tutte le misure legislative e amministrative in materia di uguaglianza di genere” e che sia ratificata e attuata la Convenzione del Consiglio d'Europa di Istanbul per prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica, anche vietando la pratica delle sterilizzazioni forzate”. Collegato a questo tema, la richiesta di dedicare alle “pari opportunità” e al superamento delle discriminazioni risorse adeguate.

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