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7 cittadini su 10 contro il monopolio di Big Pharma. Appello al G7

Secondo il sondaggio commissionato dalla People’s Vaccine Alliance le persone favorevoli alla sospensione dei monopoli dell’industria farmaceutica sono in netta maggioranza. 150 leader religiosi chiedono di rendere i vaccini Covid “un bene pubblico globale”. Oxfam ed Emergency si appellano al Governo italiano

di Redazione

Sono la la stragande maggioranza tra i cittadini dei Paesi del G7. In media sono 7 su 10 a voler chiedere ai propri governi di agire affinché i colossi farmaceutici rinuncino ai diritti di proprietà intellettuale sui vaccini Covid, rendendo pubbliche la formulazione e la tecnologia per consentirne sviluppo e produzione in altri Paesi. A dirlo un sondaggio pubblicato oggi dalla People’s Vaccine Alliance, di cui Oxfam ed Emergency sono membri, in occasione del G7 esteri e sviluppo in programma a Londra e della riunione del Consiglio generale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (Omc), che si terrà in forma virtuale.
In sintesi, ​Il 70% dell’opinione pubblica dei Paesi del G7, ritiene che le aziende farmaceutiche debbano rinunciare ai brevetti sui vaccini. Sono i cittadini italiani ad esprimersi in modo più netto, con l’82% favorevole alla sospensione della proprietà intellettuale, seguono Canada (76%), Regno Unito (74%), Germania (70%), Usa (69%), Francia (63%) e Giappone (58%).
Un’indicazione chiara che arriva mentre i Paesi del G7 continuano a difendere i monopoli di Big Pharma sui brevetti e il numero di vittime in India raggiunge dimensioni catastrofiche.

Oltre 100 Paesi, guidati da India e Sud Africa, hanno avanzato all’Omc una richiesta di sospensione (waiver) dei diritti di proprietà intellettuale detenuti dalle case farmaceutiche su terapie, test diagnostici e vaccini Covid-19, per tutta la durata della pandemia. Una proposta che però ha incontrato l’opposizione di Stati Uniti, Regno Unito, Giappone, Canada e Unione Europea. India e Sud Africa hanno deciso di lavorare a una revisione della richiesta di waiver da sottoporre all’Omc.

Nessuna azienda produttrice di un vaccino approvato dalle autorità regolatorie ha aderito al Covid-19 Technology Access Pool (C-TAP), iniziativa lanciata dall’Oms per favorire la condivisione di formulazioni, conoscenze e dati sui vaccini a livello globale. Ciò appare tanto più inaccettabile – sottolineano Emergency e Oxfam – se si tiene in considerazione che Moderna, Pfizer/BioNtech, Johnson&Johnson, Novovax e Oxford/ AstraZeneca hanno ricevuto miliardi di finanziamenti pubblici e preordini garantiti. Secondo le stime, a livello globale, la ricerca e lo sviluppo dei vaccini è stata finanziata dal settore pubblico con circa 88 miliardi di dollari, con Oxford/AstraZeneca che esiste grazie a un contributo pubblico pari al 97%.

«Ogni giorno, migliaia di persone nei paesi a basso e medio reddito muoiono, mentre i Paesi ricchi si sono accaparrati gran parte della fornitura globale di vaccini, difendendo i propri privilegi, a scapito del resto del mondo», hanno detto Sara Albiani, policy advisor per la salute globale di Oxfam Italia e Rossella Miccio, Presidente di Emergency. «I leader del G7 devono affrontare la realtà: ad oggi, non abbiamo abbastanza vaccini per tutti e il maggior ostacolo a una campagna di vaccinazione globale restano i diritti di proprietà intellettuale detenuti da Big Pharma. Vaccinando semplicemente la propria popolazione i Paesi del G7 non potranno dirsi al sicuro. Basta guardare all’India o seguire il parere dei 77 epidemiologi interpellati dalla People’s Vaccine Alliance, secondo cui lo sviluppo di nuove varianti rischia di rendere inefficaci gli attuali vaccini entro il prossimo anno, se non si penserà seriamente all’immunizzazione nei paesi poveri. Per questo chiediamo ai leader del G7 di anteporre la salute di tutti al profitto di pochi».

Un appello per una decisa inversione di rotta, prima che sia troppo tardi, condivisa anche da 150 leader religiosi di tutto il mondo – tra cui il cardinale Peter Turkson, prefetto del dicastero vaticano per lo Sviluppo Umano Integrale, Rowan Williams, già arcivescovo di Canterbury, Thabo Makgoba, arcivescovo anglicano di Città del Capo e i francescani di Assisi – che stanno chiedendo proprio ai leader del G7 di rendere effettivamente il vaccino anti-Covid un “bene comune globale”.

«L’Italia, come membro del G7 e presidente di turno del G20, può e deve guidare la comunità internazionale verso percorsi coraggiosi e responsabili che mettano al centro la salute pubblica e la tutela degli interessi collettivi», concludono Albiani e Miccio, «riaffermando con forza, in tutte le sedi competenti, il principio del vaccino come bene pubblico globale e intraprendendo azioni concrete per la sua realizzazione: nessun piano di sviluppo economico, di rafforzamento del welfare, di potenziamento dei servizi sanitari potrà aver senso se la pandemia non sarà arginata ora a livello globale. Il Governo deve quindi ascoltare il Parlamento, che si è espresso, anche di recente, a favore di un impegno da parte dell’Italia nel sostenere le iniziative internazionali che portino ad una sospensione temporanea dei brevetti e quindi ad un incremento globale della produzione di vaccini».

In apertura photo by Spencer Davis on Unsplash

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