Economia

600 mila euro alle microimprese che investono sui detenuti

L'amministrazione del capoluogo milanese finanzia le piccole industrie che investono sul reinserimento sociale dei carcerati. Il provvedimento è esteso alle case circondariali di Opera, Bollate, Istituto Cesare Beccaria e San Vittore

di Redazione

La Giunta di Milano mette a disposizione 600 mila euro per le micro, piccole imprese che decidono di nascere o investire sul lavoro e sull’impegno dei detenuti contribuendo al loro reinserimento sociale. Il provvedimento riguarda le case circondariali di Opera, Bollate, Istituto Cesare Beccaria e San Vittore. 
 
L’assessore alle Politiche del Lavoro, Sviluppo economico, Ricerca e Università Cristina Tajani (nella foto) spiega il significato dell’iniziativa: «Proseguiamo a credere nel lavoro come strumento principale per il reinserimento sociale dei detenuti, mettendo a disposizione queste risorse utili a promuovere la gestione e il commercio delle imprese nate negli istituti di reclusione per creare una connessione diretta con la realtà produttiva della città». E aggiunge: «Tra i risultati dal precedente bando ricordo la nascita del primo negozio “made in carcere” , uno spazio di 150 mq in viale dei Mille che consente alle imprese ristrette di esporre e vendere i propri prodotti e servizi. Servizi che spaziano dalla manutenzione del verde alle coltivazioni floro-vivaistiche passando per ai lavori di falegnameria, sartoriali e di pelletteria sino ai prodotti di design e ai complementi d’arredo». 
 
Le risorse complessive messe a disposizione del bando sono così ripartite: 333mila euro destinati al finanziamento a rimborso del 25% dell’investimento sostenuto e 25% di finanziamento a fondo perduto fino ad un tetto massimo di 45mila euro; i restanti 266mila invece andranno a attivare un fondo di garanzia per il rilascio di finanziamenti bancari alle imprese che necessitano di sostegno per il restante 50% dell’investimento. 
 
Potranno accedere al finanziamento tutte le imprese “ristrette” già costituite all’interno delle case circondariali milanesi oltre alle micro e piccole realtà regolarmente iscritte al Registro delle Imprese. 
 

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.