Non profit

6 – Quando il fine non giustifica i mezzi

Guida pratica per fare una onlus.

di Giuseppe Ambrosio

Individuati i settori di attività all?interno dei quali una onlus può operare (vedi puntate precedenti) una delle questioni più frequenti è collegata a cosa in effetti un?organizzazione può fare. Il tema non è irrilevante perché, per esempio, una onlus non potrebbe effettuare speculazioni finanziarie per raggiungere i propri scopi, anche se nobili. Facendo sempre riferimento al dlgs 460/97 si trova qualche indicazione in merito. Si accenna alle cosiddette attività ?connesse?, come diverse da quelle tipiche. Sono in genere ?connesse? le attività analoghe a quelle istituzionali (limitatamente ai settori: assistenza sanitaria, istruzione, formazione, sport dilettantistico, promozione della cultura e dell?arte e tutela dei diritti civili) effettuate nei confronti di soggetti non svantaggiati o le attività accessorie per natura a quelle istituzionali (in tutti i settori) funzionali a esse, quali la vendita di oggetti di modico valore in occasione di campagne di sensibilizzazione. Si tratta di attività per reperire fondi necessari a finanziare le attività istituzionali, per loro natura non può trattarsi di un?autonoma attività, ma deve svolgersi nel contesto caratteristico. La norma dispone che quelle connesse siano consentite a condizione che in ciascun esercizio, e per ciascun settore di attività, le stesse non siano prevalenti alle istituzionali e che i relativi proventi non superino il 66% delle spese complessive dell?organizzazione. Si stabilisce il senso solidaristico di ciò che si fa: la strumentalità non può quindi rivestire un carattere autonomo.


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