Economia
6 milioni dal microcredito per far ripartire l’Emilia
A due anni dal terremoto, Microcredito per l'Italia ha finanziato 200 imprese nel territorio emiliano, con 6 milioni di euro. Si è puntato soprattutto su donne, giovani, start up. Storie di speranza, come quella di Benedetta e Claudia
di Redazione
Benedetta ha 36 anni e prima del terremoto che due anni fa ha scosso l’Emilia aveva un lavoro sicuro come architetto. Il trauma del terremoto e il desiderio di stare più vicina alla famiglia, però, l’hanno spinta a cambiare vita. Con Claudia condivide la celiachia e la passione per la cucina. Insieme fondano “Pasta per celia”, un laboratorio artigianale che sforna prelibatezze dolci e salate senza glutine. Il progetto è stato realizzato grazie a un finanziamento iniziale di 30.000 euro, erogati da “Microcredito per l’Italia”.
Fabrizio invece è il titolare di un laboratorio di maglieria conto terzi. Il sisma rende la sua fabbrica inagibile, ma lui non si arrende: per non interrompere produzione e consegne sposta i macchinari in giardino, noleggia un container, manda a produrre alcuni ordini presso altre aziende della zona. Il calo del fatturato e i ritardi nei pagamenti comunque ci sono e lo mettono in difficoltà; le banche gli negano un finanziamento di 30mila euro, cifra che invece “Microcredito per l’Italia” gli mette a disposizione. Fabrizio così può continuare a lavorare.
Chi entra nella storica “tipografia Baraldini”, a Finale Emilia, trova il sorriso di Vittoria. In seguito al sisma ha dovuto affrontare un brusco calo di fatturato. I suoi otto dipendenti sono tutti monoreddito e con abitazioni danneggiate: metterli in cassa integrazione significa ridurre le loro entrate al di sotto della soglia necessaria per vivere. Un prestito di 50mila euro ha permesso a Vittoria di rilanciare l’attività, tutelando i suoi dipendenti.
Sono tre storie di speranza fra tante, che arrivano dal territorio emiliano. A due anni esatti dalle scosse di terremoto del 20 e del 29 maggio 2012, piccole imprese e famiglie dell’Emilia sono ripartite grazie al microcredito. Microcredito per l'Italia ha erogato oltre 6 milioni di euro di finanziamenti: una cifra che supera addirittura i 5 milioni di euro messi inizialmente a disposizione dell’intervento da Renzo Rosso, patron di Diesel e presidente della holding Only the brave.
L’iniziativa ha puntato soprattutto sul sostegno alla piccola e microimpresa in un territorio ferito dal sisma ma fedele alla sua vocazione imprenditoriale. Sono state finanziate oltre 200 imprese, scelte con due criteri precisi: da un lato offrire sostegno a chi aveva subito danni diretti alle attività, alla produzione e agli impianti o era stato colpito indirettamente da un calo del fatturato; dall’altro lato incentivare la nascita di nuove imprese come risposta a una crisi dell’occupazione che il terremoto ha contribuito ad aggravare. I risultati confermano gli obiettivi: il 30% delle imprese finanziate sono start up, il 30% ha come titolare una donna, il 15 % dà fiducia a un giovane under 35, a dimostrazione di una particolare attenzione nei confronti delle categorie più penalizzate nell’accesso al credito bancario. Pochissime le insolvenze, inferiori all’1%.
Secondo Paolo Nicoletti, presidente di Microcredito per l’Italia, «il successo di questa iniziativa dipende da più fattori. Al primo posto l’intelligenza di un imprenditore come Renzo Rosso, che scegliendo come strumento di aiuto il microcredito ha trasformato un gesto di generosità in un vero e proprio investimento sociale che moltiplica le risorse impiegate e l’impatto sulla popolazione. Questa generosità ha trovato a livello locale un terreno fertile: singoli volontari, associazioni, enti pubblici che ci hanno aiutato a promuovere l’iniziativa, ad aprire e gestire sportelli d’ascolto, a offrire gratuitamente servizi di supporto e accompagnamento alle piccole imprese». Microcredito per l'Italia è un'impresa sociale che fino a oggi ha concesso oltre 950 finanziamenti, per una cifra complessiva che supera i 22 milioni di euro. È presente in Emilia, Abruzzo, Lazio e Veneto. Le attività in Emilia prevedono la concessione di piccoli prestiti a famiglie e singoli, a micro e piccole imprese, a cooperative, associazioni e imprese sociali, che abbiano residenza o sede nei comuni danneggiati e siano soggetti esclusi dall’accesso al credito. Con i 5 milioni di euro a disposizione si è costituito un fondo che offre le garanzie necessarie per accedere a finanziamenti presso le banche del territorio aderenti al progetto (Bper, Banca popolare di Ravenna, Unipol, Banca Centroemilia, Emilbanca, Banca Reggiana, BCC Cavola e Sassuolo, Bcc Castenaso), che erogano utilizzando fondi propri, applicando condizioni uniformi e agevolate e moltiplicando il plafond complessivo disponibile fino a oltre 15 milioni di euro.
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