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5mila coppie in attesa, ma ancora per poco

Adozioni internazionali: la nuova presidente della Commissione nazionale promette di far decollare davvero la legge

di Benedetta Verrini

Se le domandi chi gliel’ha fatto fare, di accettare un incarico così spinoso, al vertice di un organismo nato da poco e già al centro di polemiche, dopo le improvvise dimissioni del suo predecessore Luigi Fadiga, nel pieno ingorgo delle procedure d’adozione, lei risponde sorniona che l’organizzazione è la sua passione, anzi, «si addice al suo temperamento». Melita Cavallo, giudice minorile di Napoli, è stata nominata presidente della Commissione per le adozioni internazionali da meno di un mese e già annuncia, in questa intervista, grandi novità.
Vita: Allora, presidente, quali sono i nodi da sciogliere per far partire in Italia il sistema dell’adozione internazionale?
Melita Cavallo: Il primo è chiudere il contenzioso con gli enti entro la fine di questo mese. Il primo anno di vita della Commissione è stato quasi tutto dedicato alla verifica dell’idoneità delle associazioni e al riesame di tutte quelle che erano state respinte. Ora abbiamo bisogno di avere un panorama chiaro degli enti, e di abbandonare una volta per tutte la diffidenza istituzionale nei loro confronti. Una volta che li abbiamo autorizzati, dobbiamo avere fiducia in loro e lavorare insieme per la buona riuscita delle adozioni.
Vita: Cosa ne pensa delle critiche mosse dal Parlamento, che ha condannato la lentezza delle pratiche d’adozione e impegnato il governo a garantire alle coppie la libertà di rivolgersi a uno qualsiasi degli enti autorizzati, indipendentemente dalla Regione di residenza?
Cavallo: Le condivido. In particolare, il progetto di suddivisione del territorio nazionale in tre grandi aree di operatività degli enti mi sembra funzionale alle possibilità di movimento della coppia, oltre che un buon strumento per sollecitare i servizi sociali a raggiungere ovunque uno standard di efficienza.
Vita: Il suo predecessore, il giudice Fadiga, era ostile a questa soluzione. In che modo, secondo lei, potrebbe invece rivelarsi positiva?
Cavallo: Il motivo della contrarietà a questa impostazione è che l’ente lavora con i servizi sociali del territorio. Pertanto si ritiene che il ricorso della coppia a un ente lontano possa svilire la collaborazione con i servizi locali. Ma parliamoci chiaro: l’omogeneità dei servizi è una chimera. Al Nord funzionano bene, man mano che si scende nel Meridione le cose cambiano. Allora, nel momento in cui un ente accetterà l’incarico di seguire una coppia di aspiranti genitori che abita al Sud, e per questo inizierà un rapporto con i servizi locali, comincerà anche a richiedere certi standard e a sollecitarne l’efficienza.
Vita: Che opinione ha sui decreti d’idoneità “razzisti”, legati cioè all’etnia del minore?
Cavallo: Questi decreti, così restrittivi, mi lasciano perplessa. Se si scrive che una coppia non è adatta ad accogliere un bambino grande, o con problemi, o disabile, forse quella coppia in effetti non va bene per niente…
Vita: Ci sono altri problemi, come i lunghi tempi d’attesa. Come state procedendo?
Cavallo: Gli aspiranti genitori non dovranno più aspettare. Ci stiamo muovendo per garantirli: se attualmente ci sono 4-5 mila coppie già dichiarate idonee, il nostro compito è che possano finalmente accogliere i bambini.
Vita: Quali sono le prossime scadenze?
Cavallo: Convenzioni con la Bolivia, l’Ucraina, la Romania e la Polonia. Nell’ultima riunione abbiamo autorizzato un ente per la Sardegna. Un’altra novità che vorrei introdurre, poi, riguarda la scuola. La Pubblica Istruzione non è presente nella Commissione e io vorrei coinvolgerla, visto che il percorso formativo di ragazzini che arrivano da Paesi stranieri è fondamentale. So cosa significa collaborare con una scuola accogliente rispetto a una scuola indifferente o magari rifiutante. L’integrazione è un passaggio fondamentale dell’adozione internazionale, ed è anche attraverso questo passaggio che l’Italia può acquistare credibilità nell’accoglienza dei minori.

Dalla parte dei bambini
Sposata, tre figli, giudice minorile a Napoli da molti anni, Melita Cavallo è una figura di spicco nel campo del diritto minorile. Da sempre interessata al tema delle adozioni internazionali, la Cavallo ha da poco sostituito Luigi Fadiga alla guida della Commissione per le adozioni internazionali, l’organismo di vigilanza istituito dalla L 476/1998 e operativo dal novembre scorso.

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