Volontariato

500 milioni di euro di risparmio con l’automedicazione

Lo sostiene l' Associazione Nazionale Industrie Farmaceutiche dell'Automedicazione. Farmaci da banco e professionalità del farmacista farebbero risparmiare soldi al servizio sanitario nazi

di Barbara Fabiani

Dal 1995 la spesa pubblica sanitaria è più che raddoppiata ma l’automedicazione è ancora in calo rappresentando il 10,4%, più di un punto percentuale in meno rispetto al 2000. Secondo l’ Associazione Nazionale Industrie Farmaceutiche dell’Automedicazione (Anifa) creare le condizioni per un maggiore spostamento della domanda verso il farmaco di automedicazione comporterebbe vantaggi economici per il SSN senza significativi aggravi per la spesa del cittadino. Si tratta dei cosiddetti “farmaci da banco” , vendibili senza prescrizione medica e quindi non a carico del Ssn, con i quali è possibile curare comuni affezioni respiratorie, intestinali ed altro genere di disturbi lievi. Oggi per questo tipo di problemi vengono emesse “ricette” per circa 1.500 milioni di euro. Paesi molto simili all’Italia dal punto di vista economico e sociale come Francia, Germania e Regno Unito hanno investito maggiormente nel settore e questa politica ha contribuito a tenere sotto controllo la loro spesa sanitaria. I farmaci di automedicazione raggiungono in questi Paesi una quota del 25-30% del mercato rispetto al 10,4% dell’Italia. L’Anifa vede quindi la possibilità di una congiuntura virtuosa tra sviluppo del mercato dei medicinali da banco e gli interessi pubblici, fermo restando la necessità di un processo educativo e di responsabilizzazione del cittadino e del prescrittore “In Italia, a differenza che in altri Paesi Europei, non si è mai investito in questo settore con conseguenze rilevanti sulla spesa pubblica. Per invertire questa tendenza il Ministero della Salute dovrebbe programmare investimenti in termini di informazione e educazione attraverso campagne che favoriscano la consapevolezza del valore e dell’efficacia dei farmaci senza ricetta”, spiega Angelo Zanibelli, Presidente Anifa A sostegno della sua proposta, l’Anifa ha presentato oggi i risultati di una ricerca curata da Icon Intermatrix svolta nel mese di giugno su un campione rappresentativo della popolazione italiana. Gli intervistati hanno espresso particolare soddisfazione circa una maggiore accessibilità dei prodotti di automedicazione in farmacia: per la maggiore comodità (55%), per rapidità e risparmio di tempo (43%), per la maggiore libertà di scelta (25,5%). Hanno dichiarato che non acquistano i farmaci senza prescrizione medica su impulso (80%) e ritengono sempre necessaria al momento dell’acquisto (80%) la presenza del farmacista. Più della metà degli italiani acquistano sempre nella stessa farmacia ribadendo la fedeltà e il rapporto quasi personale con il farmacista e vorrebbero le farmacie aperte anche domenica e di notte (72,3%). Gli italiani, però, si dicono perplessi all’idea che i medicinali senza ricetta vengano venduti anche in altri punti vendita, come il supermercato. Meno del 20% del campione degli intervistati valuta positivamente questa ipotesi, soprattutto per la mancanza di una figura professionale in grado di consigliare le scelte


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