Povertà educativa & Governo
50 milioni di euro per le “Caivano d’Italia”
L’iniziativa promossa dal Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile realizzerà interventi nei primi 15 territori d'Italia a più alta vulnerabilità sociale. Le azioni dureranno tre anni. La viceministra Bellucci: «L’obiettivo è garantire la presenza dello Stato, in alleanza virtuosa con il privato e il privato sociale, in quei contesti che sono a maggiore rischio di emarginazione e devianza»
Si chiama “Organizziamo la speranza” l’iniziativa che destinerà 50 milioni di euro in tre anni per creare e sostenere le prime 15 “aree socio-educative strategiche” nelle zone d’Italia a più alta vulnerabilità sociale. L’azione è promossa dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, alimentato da Acri, attraverso il credito di imposta riconosciuto dal Governo ed è stata annunciata oggi a Palazzo Chigi dalla viceministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Maria Teresa Bellucci.
Una presenza in territori a rischio di devianza
L’obiettivo dell’iniziativa è creare un modello replicabile e «garantire la presenza dello Stato, in alleanza virtuosa con il privato e il privato sociale, in quei contesti che sono a rischio di emarginazione e devianza», ha detto la viceministro Bellucci. «La messa a terra del piano operativo, definito anche in collaborazione con padre Maurizio Patriciello, don Claudio Burgio e don Antonio Coluccia, vede la sinergia tra enti locali, Terzo settore e parrocchie».
In sintesi, si lavorerà alla realizzazione di: centri per bambini fra tre e 14 anni e le loro famiglie, supporto alla genitorialità, comunità giovanili (15-21 anni), educativa di strada, reinserimento sociale, servizi di ascolto psicopedagogico per preadolescenti e adolescenti, iniziative di rigenerazione urbana, potenziamento di equipe multidisciplinari e delle competenze professionali. L’impegno è far sì che gli interventi promossi a seguito di questa iniziativa diventino delle esperienze stabili all’interno del sistema pubblico, modelli a cui far riferimento per le azioni volte al contrasto della povertà educativa, sociale e relazionale di bambini nei territori più a rischio.
Interventi in 11 regioni
«La storia che ci porta al lancio di quest’iniziativa inizia con i fatti drammatici di Caivano, che purtroppo però non è la sola realtà italiana con quelle problematiche. Dove non c’è stato un presidio di vicinanza da parte dello Stato, il Governo ha voluto fare un passo avanti proponendo la propria presenza», ha continuato la viceministro Bellucci. Le regioni interessate all’iniziativa saranno undici, almeno in questa prima fase che durerà tre anni: Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna. «In ogni regione ci sono delle città, e delle zone in queste città, in cui gli indici sono maggiormente alti in termini di povertà critica e vulnerabilità. Noi abbiamo le “Caivano d’Italia”».
Cabina di regia nazionale
Sarà costituita una cabina di regia nazionale con un ruolo di consultazione e di raccordo permanente all’interno della rete della protezione e dell’inclusione sociale che comprenderà il soggetto attuatore Con i Bambini, la competente Direzione generale del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, l’Anci e il Coordinamento delle regioni e di tutte le altre autorità nazionali coinvolte nella costruzione dell’indirizzo tecnico all’iniziativa.
L’impresa sociale Con i Bambini, sulla base dell’esperienza e dei programmi di contrasto della povertà educativa, elaborerà un piano operativo e selezionerà le iniziative sui singoli territori curando la più ampia alleanza tra chi lavora sul campo. Le iniziative dovranno essere promosse da partenariati composti da organizzazioni di Terzo settore insieme con gli ambiti territoriali sociali e in alleanza con le autonomie scolastiche, altri enti pubblici e privati capaci di integrarsi con il sistema locale dei servizi sociali, ottimizzando tutti i fondi già impegnati ed evitando sovrapposizioni e sprechi.
Governo, fondazioni, Terzo settore, civismo educativo, comuni, regioni, scuole si alleano e si mobilitano a favore di tanti, troppi, bambine e bambini, adolescenti, giovani e famiglie che vivono in aree di inaccettabile esclusione e disagio
Marco Rossi-Doria, presidente di Con i bambini
Il coinvolgimento delle comunità educanti
«L’iniziativa promossa dal Fondo rappresenta un’applicazione innovativa del principio di sussidiarietà», ha detto Marco Rossi-Doria, presidente Con i bambini. «Governo, fondazioni, Terzo settore, civismo educativo, comuni, regioni, scuole si alleano e si mobilitano a favore di tanti, troppi, bambine e bambini, adolescenti, giovani e famiglie che vivono in aree di inaccettabile esclusione e disagio. Per la prima volta le comunità educanti saranno coinvolte nella sperimentazione di aree di educazione che tutti riconosciamo essere prioritaria».
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Terzo settore tra protagonismo e sussidiarietà
«Con quest’iniziativa, il Terzo settore trova un protagonismo e una sussidiarietà, invece di una sostituzione, come spesso accade», ha affermato la portavoce del Forum Terzo Settore, Vanessa Pallucchi. «Il Terzo settore rappresenta un presidio sociale insostituibile nelle zone più soggette a povertà educativa. L’iniziativa che lanciamo oggi dovrà segnare la strada di una collaborazione strutturale con istituzioni, fondazioni di origine bancaria, enti locali e tutte le realtà dei territori per far nascere comunità educanti che offrano opportunità di cultura, aggregazione e crescita sana alle giovani generazioni».
Nuove possibilità di vivere in comunità
«L’esperienza quasi decennale del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile sta dimostrando che solo attraverso la diffusione di comunità educanti ben radicate nei territori è possibile contribuire a creare nuove opportunità per i minori, soprattutto nelle aree più fragili del Paese», ha affermato Giovanni Azzone, presidente di Acri. «La nuova iniziativa, rivolta alle aree di povertà educativa e alta criminalità, darà continuità e nuova linfa a questo approccio, per garantire concretamente a bambini e ragazzi nuove possibilità di vivere in comunità, capaci di prendersi cura del loro percorso educativo e di crescita».
Foto di apertura di Artem Kniaz su Unsplash
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