Sostenibilità

50 anni di scempi condensati in una tonnara

L'editoriale di Fulco Pratesi.

di Fulco Pratesi

Dalla più lontana antichità il mare è apparso all?uomo come un ambiente popolato di mostri marini e di sirene, di leviatani e di kraken, ma anche una fonte inesauribile di risorse da prelevare senza remore o limiti, fortunatamente con sistemi che, per la loro inadeguatezza, erano poco distruttivi. Da un secolo a questa parte le cose però stanno cambiando, anche nel Mediterraneo. Due esempi: le tonnare – che dal Neolitico fino ai giorni nostri rastrellavano solo i grandi esemplari che migravano lungo la costa, esercitando così una cattura selettiva che risparmiava gli esemplari ancora non adatti alla riproduzione – sono oggi sostituite da orrende tonnare volanti che saccheggiano intere popolazioni, senza tener conto delle taglie, per rifornire, oltre ai mercati del-l?Estremo Oriente, i moderni allevamenti galleggianti, intaccando così profondamente gli stock del pregiato tonno rosso dei nostri mari. Un secondo esempio è tratto dalla mia esperienza. Nel 1954 ero imbarcato su un cargo diretto in Africa orientale. Nel passaggio dello Stretto di Messina restai colpito dalla vista di veloci scialuppe munite di una lunga passerella e di un alto albero, dalla cima del quale, mi spiegò il nostromo, venivano avvistati i pesci spada che poi venivano arpionati con una fiocina. Dopo cinquant?anni sono tornato in zona. E sono rimasto sbalordito nel vedere le nuove imbarcazioni per la pesca del pesce spada. Le vedette erano innalzate su tralicci metallici di altezza spropositata, mentre la primitiva passerella in legno aveva lasciato il posto a una struttura a sbalzo, sempre di metallo, lunga decine di metri. Alla evoluzione terrificante dei mezzi di pesca al pesce spada si contrappongono poi, sui banchi dei mercati ittici, i ?pulcinelli?, piccoli pesci spada catturati in maniera illegale. Ecco come, da una pesca più o meno commisurata alle potenzialità del mare, si sta passando, anno dopo anno, a metodi rivolti, non solo metaforicamente, alla ?raschiatura del barile?.


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