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5 x mille: la rivolta degli esclusi
Parte dai Csv emiliani un'iniziativa che potrebbe avere esiti clamorosi. Le esclusioni formali «devono essere sanate. Ecco come». Tutti i dettagli in edicola su VITA Magazine
Attenti alla via Emilia. Le truppe degli esclusi dal 5 per mille 2006 – un plotone di oltre seimila onlus, la maggior parte delle quali «non validata» per motivi puramente formali – hanno trovato i loro vendicatori, e abitano tutti tra il Po e gli Appennini. Dai Centri di servizio al volontariato dell’Emilia Romagna è infatti partita nei giorni scorsi una lettera, garbata ma agguerrita, che mette l’Agenzia delle Entrate di Roma davanti a un fatto che ritengono incontestabile: le esclusioni ?formali? di organizzazioni che possiedono i requisiti di legge per accedere al 5 per mille sono illegittime, e dunque devono poter essere sanate per via amministrativa, senza ricorrere a ricorsi giudiziari che potrebbero di fatto bloccare la già ingolfatissima macchina dell’amministrazione finanziaria.
La novità più importante di questa lettera – che Vita ha letto in anteprima e di cui pubblichiamo qui alcuni stralci – è che non è uscita dal covo dei ribelli asserragliati in qualche cascina della Bassa, ma è il frutto di un incontro avvenuto lo scorso 21 dicembre tra i vertici dei nove Csv provinciali e dal loro coordinamento regionale con due dirigenti della direzione dell’Agenzia delle Entrate dell’Emilia Romagna, il dottor Stefano Mantovani e la dottoressa Alba Querini. Quindi con due consoli del ?nemico?, si potrebbe dire, di cui è sempre meglio assicurarsi l’appoggio prima di uscire dalle retrovie.
Pronti 200 ricorsi Ma cosa dice in sostanza la lettera? Sottolinea, come detto, «l’importanza di una soluzione amministrativa rispetto a quelle realtà che si siano trovate ad essere escluse dal beneficio del 5 per mille per motivi di tipo squisitamente formale», e osserva che «una soluzione concordata (…) appare di grande importanza per l’intero sistema», non essendo infatti difficile «prevedere una elevata mole di ricorsi da parte delle associazioni escluse». Solo dall’Emilia Romagna, dicono i bene informati, sarebbero più di 200 le onlus pronte a rivolgersi ai giudici. Con prevedibili effetti paralizzanti. Poi, l’affondo: «I provvedimenti di diniego di iscrizione motivati da mancata allegazione di documento di identità all’autocertificazione attestante la sussistenza dei requisiti per l’iscrizione devono ritenersi illegittimi». Maledetta fotocopia [..] L’articolo completo online per i soli abbonati e in edicola con VITA Magazine |
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