Non profit
5 per mille, un’occasione per costruire comunità
Anche la cooperative sociali tra le onlus cui destinare la scelta
di Redazione
Nel 2008 il sistema Cgm ha raccolto complessivamente 1,7 milioni
di euro. Che non significano soltanto risorse per progetti ma anche condivisione della propria visione
con il territorio su cui si agisceIn casa Cgm (il più grande consorzio di cooperative sociali italiano, con oltre 1.300 realtà associate) hanno fatto i conti e hanno scoperto che con il 5 per mille 2008 l’intero sistema ha raccolto 1,7 milioni di euro. Naturalmente la cifra va suddivisa fra centinaia di cooperative e di consorzi. Ed è una cifra tutt’altro che omogenea. C’è chi sul 5 per mille ha fatto una scommessa seria e l’ha vinta (il caso più emblematico è la cooperativa Paolo Babini di Forlì che ha raccolto 87mila euro, destinati al progetto del Villaggio Mafalda). Per questo il Consorzio Cgm ha proposto ad alcune cooperative di usare uno strumento come queste pagine di Vita che vanno in mano ad un pubblico molto largo, come strumento per segnalarsi e segnalare i progetti da realzzare anche grazie alle risorse del 5 per mille. Ma, spiega Claudia Fiaschi, «questa deve essere un’occasione che va al di là del semplice obiettivo circoscritto del progetto da realizzare. Il 5 per mille diventa uno strumento per condividere con la propria comunità territoriale la visione del cambiamento. Non si comunicano solo cose da fare, ma motivazioni e consapevolezze».
La sfida lanciata da Cgm è stata raccolta da otto cooperative sociali, la maggior parte attive su realtà territoriali vaste e complesse come quelle lombarde. In questa pagina i lettori troveranno la descrizione sintetica della mission e dei progetti. E, naturalmente, l’indicazione del territorio su cui la cooperativa agisce. «Io penso che il 5 per mille non possa esaurirsi in un’azione di lobby nei confonti dei commercialisti attivi sul proprio territorio», incalza Claudia Fiaschi. «Deve essere lo strumento per quell’approccio comunitario che è il cuore del piano d’impresa presentato alla Convention di Genova a novembre scorso».
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