Non profit

5 per mille, sciogliamo gli intrighi

Editoriale

di Giuseppe Frangi

Giovedì 18 marzo l’Agenzia delle entrate ha reso noto in colpo solo sia le firme che gli importi del 5 per mille 2007 (quello che i contribuenti hanno indicato sulla dichiarazione dei redditi 2008). A quasi due anni di distanza le associazioni sono dunque venute a conoscenza degli importi su cui possono contare per le loro azioni. Ci si può consolare, perché negli anni passati era andata anche peggio e ora sembra che l’Agenzia delle entrate stia recuperando un po’ di terreno. Che il 5 per mille inizi a essere metabolizzato anche da chi sino ad ora l’ha sostanzialmente osteggiato? Quanto la situazione sia paradossale lo dimostra l’incidente in cui è caduto il Sole 24 ore, la bibbia dell’informazione economica. Dedicando una pagina ai risultati del 5 per mille, ha ripetutamente fatto riferimento ai redditi 2008. Non gliene si può fare colpa: è un incidente indicativo della modalità paradossale con cui il 5 per mille è stato gestito sino ad ora.
Per rimettere a posto le date, il 28 marzo 2010, i soggetti destinatari sono venuti a conoscenza (non ancora a incassare) di ciò che spetta a loro sui redditi del 2007. Eppure nonostante tutta questa confusione e farraginosità lo strumento continua a conoscere un successo eccezionale. Le firme dopo il calo dell’anno precedente sono di nuovo risalite ben oltre i 14 milioni. Numero che corrisponde al 58,3% dei contribuenti. Interessante anche la sostanziale fedeltà nelle scelte delle associazioni o enti a cui attribuire il proprio 5 per mille. Gli spostamenti sono tendenzialmente spostamenti all’insù, come quelli registrati da Emergency e Medici senza Frontiere, che hanno superato la barra dei 9 milioni di euro. Da sottolineare anche la grande performance di Airc, che ha superato i 60 milioni di euro con un +14% sull’edizione precedente. A quanto pare, quindi, non c’è ostilità burocratica che tenga: l’attaccamento degli italiani a questa opportunità di sussidiarietà fiscale si può dire ormai un fatto consolidato.
A questo punto e con questi numeri la questione su cui puntare energie e attenzione è dunque la questione che sta a monte. Il 5 per mille non può continuare ad essere uno strumento in balìa di un’aleatorietà politica e amministrativa. Nelle prossime settimane e mesi gli italiani andranno ad apporre per la quinta volta la firma sul 5 per mille, e ogni volta potrebbe essere, in teoria, anche l’ultima. Infatti l’auspicata trasformazione in legge del 5 per mille, promessa da tutte le parti politiche senza eccezioni, è rimasta ancora sulla carta ad ormai due anni dal varo del governo Berlusconi. Eppure non c’era nessuna pregiudiziale politica e la legge istitutiva del 5 per mille, se portata in aula, sarebbe passata all’unanimità a Camera e Senato. Sarebbe stato un segnale per arginare la radicale disistima che gli italiani ormai nutrono verso la propria classe politica. Che un dispositivo tanto apprezzato dagli italiani non trovi la strada per essere fissato in legge e continui a restare in balìa dei capricci della politica è un fatto scandaloso. Per questo nei prossimi mesi Vita lancerà una grande campagna, aperta a tutte le realtà associative che vorranno, perché il 5 per mille non resti una gran bella idea, scritta però sulla sabbia.


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