Non profit

5 PER MILLE. Sacconi: «Non è deciso nulla»

«Il fondatore del cinque per mille è proprio Tremonti»

di Maurizio Regosa

«Ci ragioneremo. Non dimentichiamo che il fondatore del cinque per mille è proprio Tremonti. Come anche dell’8 per mille». Getta acqua sul fuoco delle polemiche il ministro Maurizio Sacconi, intervenuto oggi a un convegno su Lavoro e famiglia organizzato  a Roma dal Forum delle persone e delle associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro.

Il Terzo settore è sulle barricate…

Maurizio Sacconi: Tremonti per primo è colui che ha voluto una fiscalità in parte rimessa nelle mani dei cittadini perché scegliessero dove destinare le risorse, soprattutto con riferimento ad attività meritevoli. Adesso valuteremo in questi giorni.

Quanto è accreditata l’ipotesi di usare la parte “statale” dell’8 per mille?

Sacconi: Ripeto non siamo ancora giunti alle conclusioni che avremo nei prossimi giorni

In questo convegno si è reclamata a gran voce più attenzione alla famiglia.

Sacconi: Dobbiamo riconoscere la centralità della famiglia come prima proiezione relazionale della persona. E farlo consentendo la conciliazione fra tempo di lavoro e tempo di famiglia con un sistema di relazioni industriali che finalmente introduca una maggiore modulazione nell’orario di lavoro diffondendo i servizi di cura alla persona ai minori come alla non autosufficienza. Quando ci saranno condizioni migliori di finanza pubblica, bisogna ritornare a quelle condizioni di deducibilità che avevamo introdotto con il presidente Berlusconi, che poi purtroppo nella scorsa legislatura Prodi ha voluto togliere. È stato un grave errore perché si penalizza il nucleo più numeroso. Noi le avevamo introdotte. Quindi sono nella nostra cultura. Occorrono migliori di finanza pubblica migliori di quelle attuali

In serata firmerete con la Confindustria la nuova contrattazione. Avete firmato già con i sindacati tranne la Cgil. Quali le condizioni per ricomporre la frattura?

Sacconi: È auspicabile che dopo il fallimento dello sciopero promosso dalla Cgil ci sia in quell’organizzazione una riflessione che la porti a riavvicinarsi alle altre organizzazioni sindacali

Secondo lei la concertazione di secondo livello è positiva per i lavoratori. Perché?

Sacconi: I lavoratori finalmente potranno partecipare di più dei risultati dell’impresa. I lavoratori sono spesso stati espropriati dei risultati dell’impresa dal vecchio modello contrattuale. Che ha prodotto bassi salari e bassa produttività. Quindi è importante che soprattutto in tempi di inflazione che si avvicina allo zero, i lavoratori possano partecipare agli utili dell’impresa, avere un salario che in parte rifletta gli andamenti positivi dell’impresa.

Al tempo della crisi non è un rischio?

Anzi. È proprio al tempo della crisi che bisogna dire patti chiari e amicizia lunga fra impresa e lavoratori. Nel senso che le parti si danno da fare per ricostruire le condizioni della crescita ma dicendosi ora che poi, quando a crescita ci sarà, i lavoratori hanno diritto di partecipare più di prima ai risultati positivi dell’impresa.

 


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