Non profit

5 per mille/ Queste sono firme, ma sono anche voti

Le erogazioni dirette restano il sistema più efficace. Ma ci sono cinque condizioni da rispettare. Eccole...

di Maurizio Regosa

Sarà un lapsus, ma durante l?intervista Giuseppe De Rita più volte si è riferito alle firme per devolvere il 5 per mille come a dei ?voti?. C?è un risvolto di tipo ?elettorale?, quasi che le associazioni chiedessero una preferenza? «Beh no. Uso questa parola perché viene più immediata. Non credo che ci sia stata una valutazione qualitativa», risponde il presidente del Censis.

Vita: Come spiega una adesione così significativa?
Giuseppe De Rita: Hanno funzionato tre cose. La prima è il tam tam collettivo: ognuno di noi ha detto all?altro «fai questo, scegli quello». Bisognerà vedere se funzionerà anche nel secondo anno. Non è scontato. È possibile che le realtà che hanno avuto pochi voti non partecipino più.

Vita: Il secondo fattore di successo?
De Rita: L?appartenenza. Non a caso fra i primi classificati troviamo grandi associazioni, che hanno saputo organizzare l?appartenenza e chiedere un voto associativo. Non una tessera o un contributo.

Vita: Il terzo?
De Rita: La paura del tumore. Lo dico senza girarci intorno.

Vita: La salute è una grande preoccupazione degli italiani?
De Rita: Sì, ma non in senso generico. Sono stati premiati l?Airc, la Fondazione Veronesi, quella piemontese che batte anche il Mario Negri. Ci sono anche realtà che studiano malattie diverse, come quelle tipiche dell?anziano. Ma la paura del cancro tira. Neppure Telethon tira così.

Vita: È andata in modo diverso per il volontariato.
De Rita: Lì vale la conoscenza. Con alcune eccezioni: l?Unicef, ma è un brand straordinario… Emergency, la cui affermazione è dovuta forse a ragioni di attualità. Certo alcune cose non le si capisce?

Vita: Ad esempio?
De Rita: Come mai il Gaslini di Genova ha avuto un?affermazione più rilevante del Bambin Gesù di Roma? Forse quest?ultimo è percepito come appartenente al Vaticano?

Vita: E la sussidiarietà fiscale?
De Rita: Non sono propenso a usare la parola ?sussidiarietà?. Il problema è legato al settore, non al territorio. Sono state premiate organizzazioni nazionali che esprimono un forte sentimento d?appartenenza. Il rafforzamento associativo non era fra gli scopi del 5 per mille però in qualche misura è stato raggiunto.

Vita: E il merito?
De Rita: È difficile conciliare il meccanismo del 5 per mille con la perequazione qualitativa. Né credo che la qualità sarà introdotta in futuro.

Vita: Grande ruolo del marketing sociale?
De Rita: Sì. È un meccanismo sganciato dal territorio e per questo ha un peso maggiore. Lo sganciamento dai territori porta a una intensificazione del brand.

Vita: È comunque un esercizio di libertà contributiva?
De Rita: Sì, certamente.

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