Non profit

5 per mille, primo sì alla stabilizzazione

L'aula di Montecitorio ha concluso l'esame della legge delega di riforma fiscale, in cui è stato inserito anche l'impegno da parte del governo a rendere legge il 5 per mille "in base alle scelte espresse dai cittadini". Cioè senza limiti?

di Gabriella Meroni

Entra anche il 5 per mille nella legge delega di riforma fiscale messa a punto dal governo Letta. Martedì 24 settembre infatti la Camera ha concluso l'esame del provvedimento, composto da 16 corposti articoli, e che contiene anche (all'articolo 4 comma 2) la tanto attesa stabilizzazione del 5 per mille. O meglio, l'impegno da parte del governo a intervenire con appositi decreti attuativi per rendere questa misura fiscale che da sette anni dipende dalle leggi di bilancio, una vera legge dello Stato. "Come tutte le leggi delega, anche questa silimita a fissare obiettivi ed enunciare principi", spiega a vita.it l'onorevole Luigi Bobba (Pd), da sempre attento alle vicende anche legislative del 5 per mille. "Quindi anche nel caso di questa promessa di stabilizzazione si dovrà poi andare a vedere se sarà seguita dai fatti, ovvero da successivi provvedimenti di attuazione. Certo è che per la prima volta", continua Bobba, "una frase del testo fa ben sperare anche per un altro aspetto importante, ovvero l'eliminazione del 'tetto' che ogni anno riduce i contributi che gli italiani destinano al non profit di una quota significativa".

In effetti, andando a scorrere il passaggio sul 5 per mille si legge che il governo "con appositi decreti legislativi assicura, mediante le risorse ottenute dalla riduzione dell'erosione fiscale,  la razionalizzazione e la stabilizzazione dell'istituto della destinazione del 5 per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, in base alle scelte dei contribuenti". Ed è proprio quel passaggo "in base alle scelte dei contribuenti" che a rigor di logica fa pensare a una illegittimità di qualunque limite alla generosità dei contribuenti imposto dallo Stato. Basta dunque, verrebbe da pensare, con l'imposizione del tetto massimo di circa 400 milioni l'anno di raccolta che ha fatto sì che le associazioni perdessero in due anni (2010 e 2011) oltre 172 milioni di euro, donati dai cittadini ma trattenuti dalle casse pubbliche, uno scandalo contro il quale Vita ha promosso una petizione.

Ora la riforma fiscale sarà votata in via definitiva dalla Camera (nella seduta di mercoledì 25 settembre a partire dalle 12), per poi passare all'esame del Senato in seconda lettura.

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