Fisco

5 per mille, per l’Istituto europeo di oncologia un progetto di ricerca in meno

Il tetto del 5 per mille pesa anche sull'Istituto europeo di oncologia, che riceverà 445mila euro in meno rispetto a quanto gli italiani gli hanno destinato. «È l'equivalente di un progetto di ricerca per combattere i tumori», spiega il direttore scientifico Roberto Orecchia. «Questo taglio pesa ancora di più in un momento in cui i fondi per la ricerca calano»

di Rossana Certini

Il 5 per mille 2023 ha fatto registrare un record di firme, con 17,2 milioni di italiani che hanno scelto di destinare una parte della loro Irpef per sostenere realtà impegnate in attività sociali. Con queste firme hanno destinato quasi 553 milioni di euro, sforando di quasi 28 milioni il tetto fissato dal Governo per il 5 per mille. Il ricalcolo dell’importo assegnato ha generato alcune situazioni paradossali, con enti che vedono crescere le firme ma diminuire gli importi assegnati. Mai come quest’anno il meccanismo del tetto comporta un tradimento del patto fra lo Stato e i cittadini. Che cosa significa, concretamente, quel ricalcolo? Che cosa si potrebbe fare con quelle risorse che gli italiani hanno destinato ma che in realtà non arriveranno? Un’inchiesta che mostra quanto sia ormai necessario alzare il tetto del 5 per mille, anzi toglierlo del tutto.

Anche sull’Istituto Europeo di Oncologia – Ieo pesa il tetto previsto per legge per il 5 per mille, pari a 525 milioni: una cifra che nel suo complesso è inferiore di quasi 28 milioni di euro al totale che gli italiani hanno scelto di destinare agli enti del Terzo settore con le loro firme.

È così che il ricalcolo proporzionale degli importi da erogare a ogni beneficiario fatto dall’Agenzia delle Entrate, per riportare la cifra complessiva entro il tetto stabilito, assegna all’Istituto Europeo di Oncologia-Ieo 8.339.501 euro a fronte degli 8.783.772 euro che, secondo l’analisi curata da Nicola Bedogni per il Quaderno di Assif dedicato al 5 per mille, sarebbero stati destinati dalle firme degli italiani. In questo modo l’ente perde circa 445mila euro.

«È una cifra considerevole, pari al valore medio di uno dei progetti che sosteniamo con il 5 per mille», spiega Roberto Orecchia, direttore scientifico Ieo. «Questo vuol dire che se ci fosse erogata l’intera somma destinata al nostro istituto dalle firme dei cittadini, potremmo prevedere di finanziare un ulteriore progetto». Inoltre, aggiunge, «il costante aumento delle firme per il 5 per mille testimonia come gli italiani stanno premiando questo strumento, che prevede finanziamenti a progetti specifici che – è importante ricordare – siamo tenuti a rendicontare, spiegando l’impiego delle somme percepite tramite il 5 per mille in modo chiaro, trasparente e dettagliato. Temo che la scelta di porre un tetto alla somma da erogare, in qualche modo, rischi di far venir meno la fiducia degli italiani verso il 5 per mille».

Roberto Orecchia, direttore scientifico Ieo (Foto Ieo)

Sempre meno fondi per la ricerca

Ma Roberto Orecchia non nasconde neanche la sua preoccupazione per il fatto che «in questi anni i fondi per la ricerca, in generale, non solo non aumentano, ma addirittura diminuiscono. Quindi poter ricevere tutta la cifra destinata dagli italiani con il 5 per mille sarebbe una sorta di compensazione agli altri tagli fatti dal Governo. Penso, per esempio, a quelli che il Ministero della Salute sta apportando ai fondi per la ricerca corrente, di cui lo Ieo è destinatario essendo istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, un Irccs».

Con i fondi del 5 per mille e il sostegno di Fondazione Airc, l’istituto milanese in questi anni ha finanziato per esempio la ricerca sulle nuove terapie cellulari, note come Car–T, che utilizzano geni, tessuti o cellule per sfruttare le capacità del nostro organismo di combattere la malattia. Ma il 5 per mille ha permesso allo Ieo anche di sostenere i Molecular tumor board, gruppi di lavoro multidisciplinari che hanno lo scopo di discutere i casi dei pazienti oncologici che possono trarre beneficio dall’esecuzione di test di profilazione molecolare, con l’obiettivo di individuare terapie “cucite” sulle caratteristiche del paziente e le così dette terapie “agnostiche”, cioè farmaci capaci di colpire selettivamente alcune alterazioni genetiche.

Il 5 per mille apre nuove frontiere di ricerca e cura

«Le terapie Car-T rappresentano una frontiera promettente in oncologia», prosegue il direttore scientifico dell’Istituto, «sono importanti per il controllo dei tumori resistenti alle terapie tradizionali. Sono trattamenti personalizzati, in cui alcune cellule del sistema immunitario vengono prelevate da un paziente, modificate in laboratorio per potenziarne l’azione antitumorale e, infine, reinfusi nel paziente stesso». Servono, però, ancora molte ricerche perché, sebbene si siano ottenuti straordinari risultati clinici nel trattamento delle neoplasie ematologiche, l’efficacia di questa terapia è ancora limitata per la cura dei tumori solidi, che rappresentano il 90% dei casi di cancro.

«Attualmente nel nostro Istituto sono disponibili terapie cellulari Car-T per pazienti con diversi tipi di linfomi aggressivi e di leucemie», conclude Roverto Orecchia, «questi progressi aprono nuove frontiere nella cura del cancro e offrono speranza a pazienti affetti da queste malattie. Siamo consapevoli delle sfide e delle difficoltà che ci attendono, ma il sostegno di tanti italiani ci aiuta a guardare al futuro con speranza e determinazione».

Leggi anche:
– 5 per mille, le sperimentazioni cliniche che Airc non farà per effetto del tetto
– Psicologi, accoglienza ai malati, cure domiciliari: il 5 per mille che non arriverà ad Ail
Il 5 per mille tagliato? Sono 15 operatori in meno accanto a chi non vede e non sente
Per sapere tutto sul 5 per mille vai su 5×1000.vita.it

Nella foto di apertura ricercatori Ieo (Foto Ieo)

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.