Non profit
5 per mille, in posta spedizione gratuita
Gli uffici postali sono tenuti a spedire gratuitamente all'Agenzia delle Entrate il modulo di chi non è tenuto a presentare il modello Unico o il 730. Ecco come difendersi dal no degli impiegati
Ogni anno, sicuri come le tasse e la morte (per dirla alla Mark Twain), mi arrivano messaggi da diversi enti, iscritti agli elenchi 5 per mille, che segnalano come alcuni uffici postali rifiutino la busta chiusa contenente la scheda per l’assegnazione dell’8 e del 5 per mille.
È il caso dei contribuenti che, non dovendo presentare né il mod. Unico né il mod. 730, desiderano comunque destinare l’8 per mille e/o il 5 per mille della loro I.R.Pe.F.
In questi casi, come certificato dalle istruzioni allegate al mod. Cud, il contribuente deve compilare e firmare l’apposita scheda che ha ricevuto assieme al modello, inserirla in una busta chiusa (è sufficiente una qualsiasi) sulla quale si riporta la scritta “Scelta per la destinazione dell’otto e del cinque per mille dell’Irpef”, il codice fiscale e il cognome e nome del contribuente.
La presentazione può avvenire in due modi:
• gratuitamente ad un ufficio postale che provvederà a trasmetterla all’Amministrazione finanziaria;
• ad un intermediario abilitato alla trasmissione telematica (commercialisti, Caf ecc.) che rilascerà una ricevuta e che potrebbe chiedere un compenso per l’effettuazione del servizio prestato.
Il problema che si pone, dicevo, è che alcuni uffici di Poste Italiane rifiutano la ricezione della busta, rinviando il contribuente ad un Caf.
Il contribuente si trova perciò un po’ preso per i fondelli perché magari non conoscendo perfettamente le istruzioni del mod. Cud, non sa cosa rispondere all’impiegato dell’ufficio postale, chiedendo invece il puntuale adempimento di un servizio che è dovuto al cittadino.
Il problema potrebbe sorgere dal fatto che il contribuente si reca all’ufficio con la sola scheda in mano… un po’ allo sbaraglio.
Tuttavia gli impiegati con un po’ di pazienza potrebbero spiegare che occorre consegnarla in busta chiusa ecc. e, invece di tentare di vendere libri e asciugacapelli (sic! negli uffici postali si vende di tutto), potrebbero fornirgliene una, rendendo un buon servizio all’utenza e (perché no?) al Terzo settore.
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