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Fisco

5 per mille, il Governo rispetti la volontà dei contribuenti

La norma in vigore prevede una capienza massima del fondo destinato di 525 milioni di euro. Il boom delle firme del 2023 determinerà un superamento di quella soglia che possiamo stimare in oltre 20 milioni di euro. Il Governo si impegni a non tradire le scelte degli italiani e a non mettere le mani nelle tasche degli enti beneficiari

di Stefano Arduini

Gli italiani che nella dichiarazione 2023 (sui reddito dell’anno precedente) hanno messo la firma per il 5 per mille sono 17.249.982, quasi 731mila in più rispetto al 2022. Già l’anno scorso le firme erano salite di 193mila, dopo due anni di calo. Ma l’edizione 2023 segna davvero un exploit. Tutti i numeri li trovate in questa news firmata da Sara De Carli. 

La crescita dell’adesione a questa forma di sussidiarietà fiscale è un segno importante, a maggior ragione in un momento storico in cui la partecipazione politica è ai minimi di sempre con tassi di astensionismo ormai superiori al 50% e non solo nelle fasce giovanile e il volontariato all’interno delle organizzazioni tradizionali dà evidenti segni di stanchezza. 

«Uno degli aspetti più interessanti del 5 per mille è il fatto che ciascun contribuente può scegliere la destinazione del suo 5 per mille: questo rafforza il senso di agency, ossia la sensazione soggettiva di avere il controllo delle proprie azioni. Rispetto a una fiscalità generale spesso avvertita come lontana, il 5 per mille è un meccanismo potente perché riavvicina la fiscalità all’individuo, al suo territorio, alla sua comunità, ai suoi valori e ai suoi interessi», nota la sociologa dell’Università Cattolica Ivana Pais. «Non c’è più solo il desiderio di dare risposta a un bisogno sociale urgente o di essere solidali con cittadini più fragili, ma si avverte l’esigenza di concorrere a promuovere dei “cambiamenti desiderati”, andando ad agire sulle cause dei problemi e non solo sulle conseguenze», aggiunge il direttore di Aiccon Paolo Venturi. 

Ancora una volta c’è però una spada di Damocle che pende sulla testa del 5 per mille. Ovvero il tetto di budget fissato a 525 milioni di euro. Questo sostanzialmente significa che qualsiasi sia la cifra destinata effettivamente dai contribuenti, lo Stato versa nelle casse degli enti non più di quella soglia. In sostanza una sorta di truffa “legalizzata”. 

«Come suona “Dammi il tuo 4,5 per mille”?  Non benissimo però suona ancora peggio sapere che sono davvero tanti i milioni che il contribuente ha pensato di destinare ad un ente ma non è andata così. Non si arriverà al 4,5 per mille ma sicuramente il taglio dovuto al tetto si può valutare una forbice fra i 20 e i 30 milioni di euro», nota il presidente di Np Solutions, Mario Consorti. Il ministero dell’Economia e delle Finanze per ora non ha rivelato la somma totale degli importi destinati dai contribuenti. Se però moltiplichiamo le 730.682 firme in più per il valore medio del 5 per mille per dichiarazione dei redditi (nel 2022, 31,72 euro) scopriamo che il tetto sarà superato di oltre 23 milioni di euro. Quasi sei volte lo sforamento dello scorso anno che è stato di 4,3 milioni di euro. 

In attesa delle cifre esatte il Governo, a partire dalla presidente del consiglio Giorgia Meloni e dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti chiarisca che rispetterà la volontà dei contribuenti e che non intende mettere le mani nelle tasche degli enti beneficiari (tutti soggetti senza scopo di lucro impegnati in attività di interesse generale): visto il successo che sta riscuotendo negli ultimi anni il tetto al 5 per mille va tolto. Subito. 

Se vuoi sapere di più sul 5 per mille, vai su 5×1000.vita.it o ascolta il podcast “5 per mille, il cambiamento nelle tue mani”: sei ancora in tempo a mettere la tua firma per destinare il 5 per mille 2024. A te non costa nulla, ma il tuo gesto vale tantissimo.

Foto: Sintesi


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