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5 per mille: chi è la zavorra della legge?

di Redazione

D oveva fare presto, anzi prestissimo; si era parlato di una «corsia preferenziale», di un iter accelerato al massimo, grazie anche alla richiesta della sede deliberante. Invece, a molte settimane dal debutto della proposta di legge, è ancora tutto fermo in commissione Finanze del Senato sul 5 per mille: il ddl di «stabilizzazione» della norma fiscale è stato discusso una sola volta nel mese di maggio (il giorno 7). In quella occasione il presidente Mario Baldassarri aveva annunciato di aver richiesto al governo una «relazione tecnica per la quantificazione degli oneri» derivanti dalla proposta di legge, oneri che il sottosegretario al ministero dell’Economia, Daniele Molgora aveva quantificato, sempre nella stessa commissione, in circa 500/550 milioni contro un limite attuale di circa 400.
Troppo? Si attende la risposta ufficiale di Tremonti, che però si sta prendendo un bel po’ di tempo per riflettere sulla sua invenzione (il 5 per mille, non dimentichiamolo, è una sua creatura).
Intanto l’attività parlamentare va a rilento, le elezioni europee scompaginano il calendario delle Camere, la commissione presieduta da Baldassarri esamina altri ddl quali quello sugli «interventi in favore di cittadini italiani costretti al rimpatrio dalla Somalia nel 1991» e il testo di legge (che avrebbe dovuto “volare” in Senato) segna il passo. Chissà che il sottosegretario Eugenia Roccella, che ha sempre seguito il destino della norma, possa suggerire al collega del Mef di darsi una mossa? (G. M.)

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