Politica

5 per mille alla Polizia? Un “animale strano” che non serve inventare

La Commissione Finanze del Senato sta discutendo un disegno di legge per allargare il 5 per mille a sostegno dei familiari di poliziotti, carabinieri, vigili del fuoco e agenti di Polizia peniteziaria deceduti in servizio. Claudia Fiaschi: «Questa iniziativa tende a introdurre una funzione che il 5 per mille non ha, a prescindere dal merito dell’attività in questione. Per realizzare questo obiettivo il mezzo c'è già: costituire un'associazione con questo scopo, che si iscriva al 5 per mille»

di Sara De Carli

Il 5 per mille a Polizia, Carabinieri, Vigili del fuoco e Corpo di polizia penitenziaria? Sarebbe «un animale strano», «anche perché esiste già il modo per realizzare il nobile obiettivo di dare sostegno ai familiari di personale deceduto in servizio: può essere costituita un’associazione che svolge questa attività meritoria, che si iscrive al registro del 5 per mille». Claudia Fiaschi, portavoce del Forum del Terzo settore, commenta così il disegno di legge in discussione in Commissione Finanze del Senato, presentato dalla Lega. Lo scorso 19 maggio è stato adottato un testo base che ha unificato i due disegni di legge presentati sul tema, a prima firma di Gianfranco Rufa, Vice Coordinatore Lega – Frosinone, con (pochi) successivi emendamenti.

L’idea è che con il 5 per mille si vada a finanziare il fondo assistenza per il personale in servizio e per il sostegno, l'assistenza e attività a favore di congiunti di appartenenti alle rispettive amministrazioni deceduti per causa di servizio o in servizio, a decorrere dalla dichiarazione dei redditi riferiti all'anno di imposta 2020. «La prima cosa da sottolineare è che il giudizio su questa iniziativa di legge non c’entra nulla con il giudizio nei confronti della Polizia, dei Carabinieri, dei Vigili del Fuoco e della Polizia Penitenziaria, del loro grandissimo lavoro e della loro funzione. Su questo vorrei essere molto chiara perché mi rendo conto che il tema si presta facilmente a polemica politica. Va valutata l’iniziativa di legge in quanto tale e per farlo occorre fare riferimento alla legge istitutiva del 5 per mille, che è uno strumento pensato e voluto per sostenere le organizzazioni di Terzo Settore. Questo è il testo della legge delega e del decreto legislativo 111. Questa iniziativa quindi tende a introdurre una funzione che il 5 per mille non ha, a prescindere dal merito dell’attività in questione».

Due i temi: «Se si tratta di sostenere l’attività svolta a favore delle famiglie di quanti sono morti in servizio, il 5 per mille attuale già lo consente, senza bisogno di modifiche, perché può essere costituita un’associazione con questa finalità, che può iscriversi al registro del 5 per mille e raccogliere firme». D’altra parte, se il legislatore ha il desiderio – legittimo – di rafforzare la capacità di assistenza in favore di questa categoria di persone, «può fare una legge e stanziare risorse per questo obiettivo. Non serve inventare "strani animali"». Il «problema» sorge quando si vuole «utilizzare uno strumento improprio, per svolgere un’attività meritoria».

Se accadesse? «Se si introducesse una eccezione di questo genere, uno sarebbe contraria allo spirito e al testo della legge e due si introdurrebbe un possibile stravolgimento della norma perché a quel punto le categorie di cittadini potenzialmente meritorie potrebbero essere vastissime, si pensi solo per fare un esempio alle centinaia di medici e infermieri deceduti per il Coronavirus. Però esistono già per tutti i soggetti pubblici o privati istituti di previdenza che hanno il compito di sostenere i congiunti di chi è morto per causa di servizio. Il tema non è contrapporre categoria meritevoli ma il fatto che la legge sul 5 per mille ha uno scopo preciso, quello di sostenere le organizzazioni di Terzo Settore perché svolgono una attività importante nei confronti della collettività. Per il resto c’è la fiscalità generale, che ha proprio questa funzione: costruire ospedali, ponti, scuole, garantire il sistema sanitario nazionale e le spese per la difesa…».

Nei giorni scorsi il senatore Edoardo Patriarca ha posto sul tavolo la stessa questione, con questo post pubblicato sulla sua pagina Facebook:

«Che le forze di polizia vadano sostenute più di quanto accada oggi è fuor di dubbio. Le si vuole sostenere? Si utilizzi la fiscalità generale, si proponga un emendamento al DL Rilancio», ha scritto Patriarca. «Ma si tenga fuori il 5 per mille, nato come strumento per sostenere il Terzo settore. Non rubiamogli i pochi strumenti che ha a disposizione per esercitare quella sussidiarietà riconosciuta nella Carta, oggi strategica e tanto evocata».

Foto Matteo Biatta/Ag.Sintesi

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