Fisco

5 per mille, le sperimentazioni cliniche che Airc non farà per effetto del tetto

Oltre 1,6 milioni di italiani hanno scelto Airc per il loro 5 per mille. Per via del tetto, però, la Fondazione riceverà 3,7 milioni di euro in meno rispetto a quanto i contribuenti le hanno destinato: «Avremmo finanziato più progetti o avviato sperimentazioni cliniche relative ai programmi già avviati. La cifra che non ci verrà destinata non viene tolta ad Airc, ma alla collettività», spiega Daniele Finocchiaro, consigliere delegato

di Rossana Certini

Il 5 per mille 2023 ha fatto registrare un record di firme, con 17,2 milioni di italiani che hanno scelto di destinare una parte della loro Irpef per sostenere realtà impegnate in attività sociali. Con queste firme hanno destinato quasi 553 milioni di euro, sforando di quasi 28 milioni il tetto fissato dal Governo per il 5 per mille. Il ricalcolo dell’importo assegnato ha generato alcune situazioni paradossali, con enti che vedono crescere le firme ma diminuire gli importi assegnati. Mai come quest’anno il meccanismo del tetto comporta un tradimento del patto fra lo Stato e i cittadini. Che cosa significa, concretamente, quel ricalcolo? Che cosa si potrebbe fare con quelle risorse che gli italiani hanno destinato ma che in realtà non arriveranno? Un’inchiesta che mostra quanto sia ormai necessario alzare il tetto del 5 per mille, anzi toglierlo del tutto.

Sono oltre un milione e 600mila i contribuenti che, nella dichiarazione dei redditi 2023, hanno destinato il 5 per mille alla Fondazione Airc per la ricerca sul cancro che si conferma così la più scelta, tra le realtà del Terzo settore, in termini di preferenze espresse. In base a tali firme, la cifra destinata dagli italiani alla Fondazione, secondo l’analisi curata da Nicola Bedogni per il Quaderno di Assif dedicato al 5 per mille, sarebbe di circa 73 milioni di euro. Ma in realtà all’ente saranno erogati poco più di 69,3 milioni. Altra curiosità evidenziata nel report è l’effetto del record di firme combinato con il significativo sforamento di quasi 28 milioni del tetto di 525 milioni di euro: il ricalcolo dell’importo assegnato ha generato alcune situazioni paradossali, con enti che vedono crescere le firme ma diminuire gli importi assegnati. 

La ragione di questa differenza di quasi 3,7 milioni di euro va ricercata nel tetto di 525 milioni messo dal Governo per il 5 per mille, che è inferiore di quasi 28 milioni di euro rispetto alla cifra totale che gli italiani hanno scelto di destinare agli enti del Terzo settore con le loro 17.249.982 firme. E così l’Agenzia delle Entrate, per riportare la cifra complessiva entro il tetto stabilito, ha provveduto a un ricalcolo proporzionale degli importi da erogare a ogni beneficiario.

Abolire il tetto e rispettare la volontà dei cittadini

«Appare evidente che quest’anno chi ha raccolto più firme sarà maggiormente penalizzato», sottolinea Daniele Finocchiaro, consigliere delegato di Fondazione Airc. E aggiunge: «Se diamo ai cittadini uno strumento di scelta esso deve essere applicato pienamente, perché altrimenti non si agevola il percorso di crescita della sensibilità della cittadinanza verso il sociale. Per fortuna negli anni il tetto è stato più volte adeguato e, dunque, abbiamo la speranza che ciò accada ancora. Ma per noi sarebbe importante l’abolizione definitiva e il rispetto integrale della volontà dei cittadini».

Daniele Finocchiaro, consigliere delegato di Fondazione Airc

I fondi del 5 per mille in Airc come vengono utilizzati? Sono indispensabili per integrare le somme destinate dalla Fondazione ai progetti di ricerca ordinari e per favorire il finanziamento dei programmi di ricerca multidisciplinari speciali focalizzati sugli studi di cure e strumenti diagnostici. Infatti, proprio grazie ai fondi del 5 per mille, nel 2009 e nel 2010 la Fondazione Airc ha avviato due programmi innovativi con 14 progettualità che, anno dopo anno, hanno dato il via a nove nuovi programmi speciali per lo studio delle metastasi finanziati con il 5 per mille. Nel 2024 Airc prevede di investire su oltre 360 progetti e sul consolidamento di 8 programmi speciali per lo studio delle metastasi.

Il 5 per mille per portare la cura al letto del paziente

«Gli studi sulle metastasi sono portati avanti da otto enti differenti che si sono messi in rete e che collaborano tra di loro», spiega Finocchiaro. Ecco allora che i 3,7 milioni di euro del 5 per mille «che sono stati destinati a noi dai cittadini, ma che non riceveremo, sarebbero potuti servire ad avviare sperimentazioni cliniche, portando così un passo in avanti i risultati dei programmi speciali già avviati con l’obiettivo di arrivare sempre più vicino alla cura del paziente. Oppure sarebbero stati utili per poter finanziare un maggior numero di progetti, che con le attuali finanze non riusciamo a sostenere».

Laboratorio Bonini San Raffaele (Foto Airc ©Giulio Lapone 2020)

Tra le più recenti ricerche sostenute da Airc con il 5 per mille c’è per esempio quella che ha portato all’identificazione della mutazione di un gene chiamato Braf, che ha consentito di trovare una cura efficace per la leucemia a cellule capellute, una forma di leucemia cronica che ogni anno in Europa colpisce circa 1.500 persone e per questo rientra tra le malattie rare sulle quali è spesso difficile convogliare finanziamenti. Ma anche gli studi per la prima terapia genica con cellule Car-T in grado di curare, con buona probabilità di successo, le forme più gravi di neuroblastoma, il tumore solido più frequente dell’età pediatrica di cui ogni anno, in Italia, vengono formulate circa 130 nuove diagnosi. Con il 5 per mille Airc sostiene, anche, le ricerche che hanno consentito di individuare una potenziale strategia terapeutica per convertire i tumori eterogenei al colon-retto, oggi difficili da curare, in malattie trattabili con immunoterapia, aumentando potenzialmente la percentuale di pazienti che potrebbero beneficiare di questa opzione, per ora applicabile solo nel 5% dei casi con questo tipo di tumori.

«Questi studi sui tumori eterogenei al colon-retto sono molto importante perché l’immunoterapia è un’opzione terapeutica estremamente promettente per molte altre patologie tumorali», sottolinea Finocchiaro, «tuttavia nel tumore del colon-retto, che rappresenta la seconda causa di morte per motivi oncologici a livello mondiale, il suo impiego è oggi fortemente limitato. Questo perché in circa il 95% dei pazienti metastatici i tumori del colon sono refrattari all’immunoterapia. I risultati ottenuti in laboratorio sono incoraggianti ma ora occorre verificare se possano essere trasferiti a breve in clinica».

Laboratori di ricerca Airc (Foto ©Giulio Lapone 2023)

Airc sostiene la ricerca pubblica

Grazie ai fondi che Fondazione Airc investe nella ricerca, ogni anno circa 6mila ricercatori possono lavorare in laboratori di università, ospedali e istituzioni di ricerca in tutta Italia, prevalentemente in strutture pubbliche, con un beneficio tangibile per i sistemi della ricerca e della sanità del nostro Paese. Un vero e proprio esercito di scienziati, composto per il 62% da donne e per il 48,84% da persone sotto i 40 anni.

«La cifra che non ci verrà destinata viene tolta non ad Airc ma all’intera collettività», conclude Daniele Finocchiaro, «perché i progetti di ricerca che finanziamo permettono a medici e scienziati di portare avanti sul territorio italiano i loro studi e le loro scoperte scientifiche a beneficio di tutta la collettività. Con i nostri bandi generiamo un circolo virtuoso con le istituzioni pubbliche. I fondi che i cittadini ci destinano con il loro 5 per mille, ritornano nel sistema pubblico italiano attraverso i bandi che Airc finanzia».

Nella foto di apertura i ricercatori del laboratorio Bonini San Raffaele (foto di Giulio Lapone per Airc, 2020)

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