Non profit

5 per mille 2007, associazioni a caccia dei milioni spariti

Nessuna novità sulla seconda edizione del contributo. Ed è tempo di bilanci...

di Gabriella Meroni

Del 5 per mille di due anni fa si conoscono solo le scelte, non gli importi. Che fare? Fidarsi delle previsioni o ignorare il credito? Alcuni grandi enti rispondono Indovinello: il vostro zio d’America vi ha lasciato una bella cifra, ma non sapete né quanto è alta né quando riuscirete a incassarla. Che fate? Vi buttate in spese pazze o vivete come al solito, senza far troppo affidamento sulla fantomatica eredità?
La maggior parte delle associazioni destinatarie del 5 per mille 2007 (la “seconda edizione” del contributo, calcolata sui redditi 2006) ha scelto la seconda ipotesi. Di quel contributo si sa poco; non è noto quanto è stato raccolto in termini economici, mentre sono state diffuse le cifre relative alle firme dei contribuenti (vedi box), da cui però bisogna sottrarre le dichiarazioni dei contribuenti “a zero euro”. Gli enti beneficiari sanno quindi quanti sostenitori li hanno scelti, ma non quanto incasseranno. Come fare, dunque, per chiudere i bilanci? Come calcolare l’importo medio per ciascuna firma? È sensato intraprendere nuove iniziative contando che, prima o poi, saranno ripagate con quei fondi? Insomma, il nipote fa bene a comprarsi la macchina nuova aspettando i soldi dello zio, o no?
Calma e prudenza
«Il 5 per mille 2007 per noi è come se non esistesse»: non ha dubbi Niccolò Contucci, direttore generale di Airc, in assoluto l’ente più premiato dal 5 per mille con circa 32 milioni devoluti dai cittadini nel 2006. «Abbiamo deciso di non mettere nulla a bilancio finché non avremo una comunicazione ufficiale sull’esatto ammontare della nostra quota. Siamo in sospeso. Certo, è una situazione che ci mette a disagio, ma per fortuna abbiamo altri canali di raccolta fondi». Contucci va con i piedi di piombo: «Dei 32 milioni raccolti nel 2006, ne abbiamo utilizzati solo 9, gli altri verranno investiti nel corso di quest’anno. Dal 5 per mille 2007 stimiamo prudenzialmente un gettito di 24 milioni, che sappiamo già come investire. Ma prima di prendere qualsiasi decisione vogliamo averli in cassa».
Un atteggiamento cauto condiviso, per esempio, da Aism, l’associazione italiana contro la sclerosi multipla, che con i 4,1 milioni del 2006 ha aperto un nuovo canale di finanziamento di progetti speciali di ricerca, tra i quali uno che studia l’utilizzo di cellule staminali adulte nella cura della malattia: «Il 5 per mille è fondamentale», afferma la presidente, Roberta Amodeo, «ma abbiamo imparato a contarci solo quando lo vediamo. Quello 2007 non l’abbiamo messo a bilancio nemmeno come previsione. Non ci facciamo affidamento». «Con i finanziamenti pubblici serve calma e prudenza», chiosa il presidente del Cesvi, Giangi Milesi. «Tanto più per i nostri progetti: mica possiamo, per esempio, intraprendere la distribuzione di farmaci anti Aids in Africa e poi sospendere tutto perché siamo senza soldi. Per fortuna possiamo contare su 75mila donatori fissi, di cui 500 aziende, altrimenti…».
Stessa musica per la Lega del Filo d’oro, che ha calcolato in circa 2 milioni il possibile introito del 5 per mille 2007: «Ma è solo un’ipotesi», precisa il direttore generale, Rossano Bartoli, «che dovrà essere confermata. Nel frattempo, sono contento della decisione di non legare nessun progetto al 5 per mille, altrimenti oggi cosa faremmo?».

Situazione paradossale
Insomma, tra rassegnazione e cautela, stanno per passare due anni dalla chiusura della stagione fiscale 2007, e più di un anno dal termine fissato dalla legge per pubblicare tutti i dati del 5 per mille di quell’anno.
Ma c’è anche chi è più preoccupato, come Angelo Maramai, condirettore generale per la gestione di Telethon che, chiudendo i bilanci il 30 giugno, non sa se inserire il contributo tra i crediti: «È paradossale», si infervora Maramai, «perché proprio in questi giorni è riunita la Commissione scientifica per esaminare le richieste di finanziamento, e probabilmente dovà approvare meno progetti del previsto perché manca all’appello almeno un milione e mezzo. Mi auguro che entro la fine del mese l’Agenzia delle Entrate ci dica l’entità del contributo, in modo da richiedere un anticipo alle banche, altrimenti a farne le spese non saremo noi, ma la ricerca. È incredibile, ma è così».


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