Cultura

5 modi per salvare le mutande

Ciascuno di noi butta via 16 chili di abiti smessi l'anno, e in testa c'è la biancheria intima. Per dire basta allo spreco, ecco 5 buone idee per riutilizzare (a scopo benefico) mutande e reggiseni

di Gabriella Meroni

Fermi, non fatelo: è vero, quella mutanda vecchiotta, lavata e rilavata, senza forma e un po' demodé non la sopportate proprio più, ma prima di buttarla nel sacco nero, pensateci. Potete riutilizzarla, riciclarla, donarla, insomma farla rivivere in almeno 5 modi intelligenti e utili. Non è uno scherzo: anche la biancheria intima usata infatti può prendere una strada interessante (anzi, ben 5), come suggerisce il sito bio-eco-naturalista inglese organicgardening.com
Ecco dunque le più convincenti risposte all'inquientante domanda: "Cosa ne faccio delle mie vecchie mutande"?

1) Donatele
Secondo stime autorevoli, ciascuno di noi butta via l'80% dei vestiti smessi, pari a circa 16 chili di abiti l'anno! Sganciatevi da questo spreco donando la biancheria intima in buono stato alle associazioni che si occupano di distribuire vestiario ai poveri. Superfluo (o forse no?) sottolineare che i capi, soprattutto quelli intimi, devono essere perfettamente puliti. Se siete particolarmente creativi (e se siete donne) potete anche spedire il vostro reggiseno a BreastTalk, associazione inglese che proprio dai reggiseni ricava denaro da investire nella ricerca contro il cancro alla mammella; in alternativa c'è The Bra Recyclers, un'azienda tessile sempre inglese che rigenera il capo femminile per eccellenza e lo dona a donne dei paesi poveri.

2. Trasformatele
Con un po' di fantasia e qualche dritta si possono costruire diversi oggetti interessanti con la biancheria intima smessa. Se volete un'idea sorprendente cliccate qui

3. Compostatele
Mutande e reggiseni in cotone possono essere tranquillamente smaltiti nell'umido. Occorre fare attenzione a eliminare gli eventuali elastici, e leggere attentamente l'etichetta della composizione: i capi con una percentuale di lycra, per esempio, non vanno bene; se invece compare la scritta 100% cotone, via libera.

4. Vendetele
Molti pensano che i contenitori metallici per la raccolta di indumenti che si trovano ormai in molte strade siano a scopo benefico. Lo sono solo in piccola parte: i vestiti gettati lì dentro vengono o in parte riutilizzati sul mercato dell'usato, o venduti alle industrie tessili che poi li rigenerano e ne ricavano un profitto. L'aspetto "benefico" risiede nel fatto che spesso i lavoratori che si occupano di recuperare gli abiti sono dipendenti di cooperative sociali. Comunque sempre meglio che buttare tutto nella spazzatura.

5. Mandatele in Africa
C'è un'associazione, Project Underwear, che si occupa specificatamente di raccogliere indumenti intimi per bambini (ancora una volta: puliti, anzi pulitissimi), per poi girarli a chi ne ha bisogno nei paesi poveri. La cosa carina è che l'associazione spedisce una cartolina a ciascun donatore per fargli sapere esattamente in quale villaggio è andata a finire la propria mutanda. Una bella soddisfazione, no?
 


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA