Politica

40 studenti delle superiori in sciopero della fame

Chiedono di cambiare il sistema attuale, in vigore dai tempi di Pinochet. La loro protesta dura da 36 giorni

di Redazione

“Una soluzione rapida del conflitto con gli studenti sarebbe una risposta del presidente Sabastian Pinera e una dichiarazione del ministro dell’Istruzione Felipe Bulnes”. Così, dal letto dell’ospedale dove è ricoverata da una settimana, Gloria Negrete, 18 anni, pone le condizioni perché lei, e gli altri 40 studenti di scuola superiore, interrompano lo sciopero della fame che va avanti da 36 giorni. La tensione tra studenti e Governo va avanti da almeno tre mesi, con massive proteste di piazza che si sono tenuto a Santiago e in tutto il Cile nelle ultime settimane.

Gloria, che non e’ l’unica degli studenti per la quale e’ stato necessario il ricovero di fronte ad un preoccupante peggioramento del quadro sanitario, non accetta che la sua protesta venga considerata come un atto politico contro il governo di centrodestra. “Non faccio lo sciopero della fame per un partito e tanto meno sono di destra o di sinistra, sto lottando per un’istruzione degna per tutti i cileni”, ha detto ribadendo lo slogan che dallo scorso maggio sta portando, praticamente ogni settimana, in strada centinaia di migliaia di studenti, universitari e medi, anche di appena 14 anni, per chiedere l’abolizione delle alte rette scolastiche.

Il movimento di protesta degli studenti sta creando piu’ di un problema al governo di Pinera, primo presidente di destra dalla caduta di Augisto Pinochet, che in un anno ha visto precipitare la sua popolarità – salita con il dopo terremoto e, soprattutto, il salvataggio dei 33 minatori al 60% – al 26%, minimo storico. Un calo, dicono i sondaggi, tutto dovuto all’apposizione dei cileni al modello scolastico liberista che Pinera continua a sostenere: cioe’ chi puo’ pagare ha un buon livello di istruzione, chi non puo’ pagare no.

Secondo un recente studio dell’Ocse, il costo dell’istruzione in Cile è il più caro del mondo subito dopo gli Stati Uniti, con il risultato che molti universitari, una volta laureti, si trovano a dover pagare l’equivalente di 50mila dollari di debiti a un tasso di interesse del sei per cento, che il governo si è offerto di abbassare durante questi mesi di protesta.


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