Cultura

4 giugno. Arci: “Noi andiamo in piazza”

Il presidente Tom Benettollo spiega le ragioni dell'adesione dell'Arci al corteo anti-Bush di domani

di Ettore Colombo

Noi saremo in piazza domani pomeriggio a Roma, col Comitato Fermiamo la Guerra e col popolo della pace per ribadire che Bush non è degno di rappresentare le migliaia di cittadini e militari statunitensi morti per la liberazione dal nazifascismo e per chiedere la fine della guerra e il ritiro di tutte le truppe d’occupazione dall’Iraq”. In una nota, il presidente dell’Arci Tom Benetollo rilancia l’appuntamento per il corteo ‘anti Bush’ di domani pomeriggio. “Bush arriva in Europa dopo che la realtà dei fatti – la guerra che non si è affatto conclusa, l’Iraq dove ogni giorno si continua a morire, il terrorismo che continua a colpire, l’orrore delle torture – e la forte opposizione alle sue scelte di guerra l’hanno costretto a rivedere toni e contenuti”, continua. “Nelle ultime dichiarazioni traspare la difficoltà, come se finalmente avesse dovuto prendere atto del fallimento del suo unilateralismo, anche se continua a praticarlo – aggiunge – I governi alleati paiono spiazzati da questo cambiamento di tono, dovendo già fare i conti con un’opinione pubblica che è nella sua grande maggioranza contraria alla guerra”. “E’ importante – conclude – quindi incalzare con l’iniziativa politica e di movimento. Va smascherata la bugia che Bush tenta di accreditare secondo la quale ci sarebbe una continuità tra la sua amministrazione e quella che nel 1944 contribuì alla liberazione dal nazifascismo. Non è vero che c’è una continuità tra Roosvelt e Bush, così come non è vero che negli Usa l’opinione pubblica è tutta schierata con le scelte del presidente. Sta crescendo anche lì un’opposizione alla guerra sempre più larga e determinata. Il movimento pacifista statunitense scenderà in piazza il 5 giugno e di nuovo il 27 per chiedere la fine della guerra e dell’occupazione.

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