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4.500 scienziati firmano un appello per la ricerca

In una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, chiedono che la Finanziaria non tagli i fondi per la scienza

di Benedetta Verrini

Un gruppo di 4.500 scienziati italiani e stranieri (tra cui figurano Luciano Canfora, Maurizio Candidi, Lorenzo Foa’ e Margherita Hack), ha firmato un appello al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per richiamare l?attenzione sull?ulteriore riduzione delle risorse destinate alla ricerca nella Finanziaria del 2002. Il documento ricorda che la Finanziaria dell’anno scorso ?aveva segnato un timido e ancora insufficiente progresso che invertiva un degrado ormai decennale; la Finanziaria 2002 riporta la situazione ai periodi più difficili e insostenibili per la ricerca italiana?. I ricercatori quindi chiedono al capo dell?esecutivo ?di intervenire con una forte iniziativa di correzione, che segnali, ai ricercatori, ai docenti, ai cittadini, la centralità della risorsa ricerca per il bene comune?. L?ultimo testo della finanziaria, quello uscito dalla Commissione Bilancio della Camera, prevede un nuovo articolo, il 41, con misure a sostegno degli investimenti in ricerca e sviluppo, ma deve essere confermato dall?Aula di Montecitorio e attuato da un decreto del ministro dell?Economia. La lettera è firmata da oltre 4.500 scienziati. LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO BERLUSCONI   Signor Presidente, desideriamo richiamare la Sua attenzione sui gravi problemi della Ricerca nazionale, che la Legge Finanziaria in discussione in Parlamento aggrava notevolmente. Ripetutamente in questi anni abbiamo sollevato la questione dell’insufficienza dell’impegno italiano nella ricerca pubblica, l’unica, lo ricordiamo, che può garantire il presidio e l’avanzamento in campi e discipline strategiche per il futuro del Paese; più volte siamo tornati sulle questioni delle risorse umane, della loro formazione, della loro inadeguatezza quantitativa, ricordando a tutti gli interlocutori che la cosiddetta “fuga dei cervelli” è il frutto della debolezza delle politiche nazionali in questo delicato settore. Più volte, infine, abbiamo ricordato che l’insufficienza delle politiche della ricerca e fattore di impoverimento culturale e materiale del nostro Paese. La Legge Finanziaria in discussione contiene norme che rendono ancora più incerte le già difficili condizioni in cui la ricerca opera. Mentre si rende necessario uno sforzo straordinario di reclutamento e di ringiovanimento delle risorse umane, l’art. 12 blocca le assunzioni per il 2002, senza eccezione alcuna, neppure, come mai era accaduto in passato, per i concorsi già in corso di svolgimento. Sono previste decurtazioni generalizzate per tutti i bilanci delle istituzioni interessate; in particolare il fondo della L.204/98, che alimenta i più grandi Enti di ricerca viene ridotto di 100 mld. rispetto alla Finanziaria 2001; il fondo di finanziamento ordinario delle Università non recupera l’evoluzione naturale dei costi di funzionamento, e a partire dal 2003 e in riduzione assoluta rispetto all’anno in corso. Il finanziamento della ricerca di base e ridotto di oltre la meta, con conseguenze facilmente prevedibili. Gli art. 19 e 20 pongono le premesse per una profonda destrutturazione della presenza del pubblico in questo settore, indicando la strada di una “privatizzazione” ampia, e priva di qualsiasi vincolo rispetto alla natura degli enti e alla loro missione istituzionale. Quale grado di certezza e di tutela potranno mai attendersi i cittadini dal venir meno del ruolo insostituibile dello Stato nel presidio di campi delicatissimi e fondamentali? La Finanziaria 2001 aveva segnato un timido e ancora insufficiente progresso che invertiva un degrado ormai decennale; la Finanziaria 2002 riporta la situazione ai periodi più difficili e insostenibili per la ricerca italiana. Noi crediamo nel ruolo della ricerca come motore di sviluppo sociale ed economico, uno sviluppo basato sulla qualità delle persone e dei prodotti. Se Lei, come crediamo, condivide questa nostra convinzione, Le chiediamo di intervenire con una forte iniziativa di correzione della Finanziaria, che segnali, ai ricercatori, ai docenti, ai cittadini, la centralità della risorsa ricerca per il bene comune. (appello firmato ad oggi da più di 4500 scienziati italiani e stranieri)


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