Politica

36 pagine per 10 milioni di bambini

Il Cdm ha varato il testo che sarà portato in Bicamerale

di Benedetta Verrini

Dopo cinque anni di attesa arriva il provvedimento quadro delle politiche nazionali sui minori.
Un testo che l’Osservatorio ha licenziato dopo
un dibattito molto aspro.
Con al centro i livelli essenziali delle prestazioni
Riguarda quasi 10 milioni di bambini e adolescenti italiani ed era atteso da cinque anni: è il nuovo Piano nazionale per l’Infanzia, ovvero il “telaio” delle politiche nazionali dedicate ai minori, che dopo il via libera in Consiglio dei ministri passa al vaglio della Bicamerale Infanzia. Il “parto” di questo documento – 36 pagine che affrontano tutti gli aspetti della tutela, della promozione e dell’esigibilità dei diritti dei bambini italiani e stranieri – è stato tra i più travagliati. La bozza definitiva è passata il 14 luglio scorso in un’accesissima seduta dell’Osservatorio nazionale Infanzia, che ha raggiunto una versione mediata e un po’ sofferta, dopo un confronto tra i delegati del mondo associativo, gli esperti del settore e i rappresentanti del governo, in primis il sottosegretario alle Politiche familiari, Carlo Giovanardi, che presiede l’Osservatorio insieme al ministro del Welfare, Maurizio Sacconi.
«Abbiamo scelto la strada della responsabilità», spiega Liviana Marelli, referente nazionale del Gruppo Minori del Cnca e membro dell’Osservatorio. Marelli non tace lo sgomento iniziale dei delegati per il metodo di lavoro – la nuova versione del Piano era di matrice esclusivamente ministeriale, dopo che il governo aveva respinto quella prodotta dall’Osservatorio nell’ottobre 2009 – e per la mancanza di alcune questioni considerate “dirimenti”. «Abbiamo espresso in modo netto la nostra posizione», prosegue la Marelli, «e siamo giunti a una mediazione che rappresenta una base di partenza accettabile, rispetto alla prospettiva di lasciare il Paese ancora senza Piano Infanzia».
Il confronto si è giocato tutto sulla questione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali dei minorenni; sulla promozione dell’interculturalità; sulle innovazioni in tema di giustizia minorile e sul diritto del minorenne ad essere ascoltato.
In sostanza, il sottosegretario Giovanardi ha accettato l’integrazione, nel testo, di alcuni di questi punti: «Abbiamo apprezzato la sua disponibilità a rivedere alcuni passaggi cruciali, come l’indicazione dei soggetti attuatori delle azioni previste o il monitoraggio delle stesse», spiega Roberto Salvan, direttore generale di Unicef. Che difende con passione il tema, molto dibattuto, della partecipazione: «La cultura democratica del nostro Paese nasce da questo», spiega. Superata l’inerzia e avviato l’iter, le preoccupazioni restano. Le azioni previste nel Piano sono vincolate solo “alle risorse disponibili”. La voce più allarmata è quella di Stefano Ricci, esperto e membro dell’Osservatorio, che ha messo agli atti la sua personale contrarietà al nuovo testo: «L’Osservatorio è stato chiamato a ratificare uno schema monco, emanazione della sola componente ministeriale, e quindi di fatto ha avallato la sua delegittimazione». «Vigileremo perché le modifiche convenute siano effettivamente ricomprese nel testo del Piano che verrà trasmesso alla Bicamerale Infanzia», prova a gettare acqua sul fuoco Marelli. Mentre il Piano vede la luce, però, l’Osservatorio si spegne: il prossimo 6 agosto è prevista la scadenza dei suoi componenti.


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