Famiglia

350 adolescenti palestinesi detenuti in Israele

Condannati alla reclusione da 6 a 12 mesi per lancio di pietre. Un rapporto choc delle Ong convenute a Ginevra per il Comitato Onu per i diritti dell'infanzia

di Benedetta Verrini

Secondo due Ong palestinesi, dall’inizio della seconda Intifada l’autorità israeliana ha arrestato 350 ragazzi tra i 14 e i 17 anni per lancio di pietre, e li ha condannati alla reclusione da 6 a 12 mesi. Oltre a questo, 340 bambini sono stati uccisi dal settembre 2000. I dati sono riportati dall’agenzia internazionale Associated Presse, che riprende il rapporto steso da Adam Hanieh, della sezione palestinese dell’organizzazione Defence for children international, e di Sulaima Abu El-Haj, di Early Childhood Resource Center. Secondo questi operatori, i 350 ragazzi sono incarcerati in tre diversi centri di detenzione in Israele e circa 7mila sarebbe la stima dei minori feriti. “L’82% dei bambini che sono stati uccisi, non si trovavano in alcuna situazione di conflitto urbano, ma in luoghi dove avrebbero dovuto essere assolutamente al sicuro” ha dichiarato Sulaima Abu El-Haj. “Quanto al 18% restante, “E’ stato ucciso in occasione di manifestazioni, mentre gettavano pietre o gridavano slogan, ma in generale non durante una fase di sparatoria” ha aggiunto. E l’accusa delle Ong si estende anche ai sistemi di giudizio e detenzione: i ragazzi arrestati sarebbero sottomessi all’ordine militare israeliano, “trattati da adulti e incarcerati con adulti”. I 14-15enni vengono spesso incarcerati con minorenni israeliani che li maltrattano. Le Ong hanno anche denunciato che molti di questi giovani detenuti non ricevono la visita dei parenti, e che l’assistenza legale è molto limitata a causa della difficoltà degli avvocati palestinesi ad avere accesso ai centri di detenzione israeliani. Le Ong si sono trovate a Ginevra in occasione del Comitato Onu per i diritti dell’infanzia.


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