Welfare

30mila tossici dietro le sbarre

Tanti ne sono entrati nel 2008. L'allarme lanciato dalle associazioni

di Maurizio Regosa

Un dentro e fuori impressionante. Nel solo 2008 vi sono stati 92.800 ingressi in carcere. Di questi 30.528 hanno riguardato tossicodipendenti e 26.931 persone che, pur non essendo tali, sono finite in galera per aver violato la legge sull’uso delle droghe. Da sola, la 40/2006 (la Fini-Giovanardi9 riempie per metà le carceri italiane. Parte da questi dati sul sovraffollamento carcerario (ufficiali peraltro: sono contenuti nella Relazione che il sottosegretario Carlo Giovanardi ha presentato qualche mese fa), l’appello-proposta Le carceri scoppiano: potenziamo le misure alternative, liberiamo i tossicodipendenti!, sottoscritto da molte organizzazioni e presentato oggi. 

Una situazione inaccettabile

Un appello che arriva in un momento in cui la (simbolica e realissima) quota 60mila è stata abbondantemente superata. Ricorderete: nel 2006 spinse il Parlamento a varare l’indulto. Tre anni e due governi dopo, le carceri italiani sono tornate a riempirsi in maniera inverosimile (e, temono gli addetti ai lavori, continueranno a riempirsi). “Dentro” quasi 65mila uomini e donne. Da qui la proposta promossa da Forum Droghe, Antigone, Gruppo Abele, Arci, Cgil, La Società della Ragione, Ristretti Orizzonti, Comunità San Benedetto al Porto, Coordinamento nazionale dei Garanti territoriali dei diritti delle persone private della libertà personale, Conferenza nazionale volontariato giustizia.

«Il primo anello di una catena di iniziative». Così Franco Corleone del Forum Droghe ha definito l’appello. « Oltre 57mila individui sono transitati in carcere per questioni legate alla droga. A questo punto», ha sottolineato Corleone, «al sottosegretario non resta che applicare la legge che porta il suo nome e che reso accessibile l’affidamento in prova sin da sei anni dal fine pena». L’affidamento però in questi anni non ha funzionato. Si tratta ora di far sì che sia sperimentato e applicato. «Sono circa 10mila i detenuti che potrebbero accedervi. Non c’è bisogno di costruire nuove carceri. La priorità è svuotarle per poi ragionare sulla vivibilità».

Alternative possibili

«Chiediamo ai responsabili del Governo e delle Regioni», si legge nell’appello, «di predisporre un piano immediato di risorse per garantire l’applicazione delle norme previste per l’affidamento speciale dei detenuti tossicodipendenti e ogni altra misura idonea a potenziare il circuito delle misure alternative alla detenzione».

Si tratta però di costruire una volontà politica che fino a oggi ha di fatto latitato. Nonostante le proteste di questa estate (lo ricorderete: numerose carceri attraversate da più o meno silenziosi scioperi, alcuni anche della fame), non sono state ancora prese iniziative concrete (l’unica novità è l’insediamento, in Commissione Giustizia, del Comitato Carceri: dovrebbe avvenire la settimana prossima). Dunque il comitato che promuove l’appello chiederà un incontro al senatore Giovanardi, al presidente Vasco Errani (che coordina la Conferenza delle Regioni), al Coordinamento dei magistrati di sorveglianza.  Obiettivo naturalmente è anzitutto creare convergenze sull’incremento delle alternative al carcere e in particolare degli affidamenti (un meccanismo che incontra ostacoli di diversa natura, come ha ricordato Sandro Margara, presidente della fondazione Michelucci, già capo Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria) ma anche creare le condizioni perché i tossicodipendenti una volta usciti di cella possano essere sottoposti a efficaci trattamenti terapeutici. E si capisce come questo secondo passo coinvolga, oltre che il personale penitenziario e i magistrati di sorveglianza, i Sert, le comunità.

Il nodo risorse

Un’opzione, quella delle misure alternative, che in tempi di crisi potrebbe sembrare costosa. E che invece potrebbe consentire, come ha sottolineato il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella, un significativo contenimento dei costi. «Diecimila detenuti in carcere costano alla collettività circa 475milioni di euro, compresi i costi fissi. Nelle comunità terapeutiche ne costerebbero circa 185. Non è solo una questione di politica criminale, ma anche di politica economica». Tutto sta a farlo sapere a Tremonti…  

L’appello è on-line su www.fuoriluogo.it

 

DIDASCALIA: In foto uno scorcio del carcere di Perugia

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