Non profit

30mila raccolte fondi per San Giuliano. La jungla solidale

Sono migliaia i siti internet che hanno lanciato una campagna per le famiglie colpite dal terremoto. Ma il comitato dei genitori non ne ha ricevuto nulla.

di Gabriella Meroni

La più grande raccolta fondi di tutti i tempi. Si avvia a essere ricordata così la mobilitazione capillare e straordinaria ancora in corso in Italia a favore dei terremotati di San Giuliano di Puglia, il comune terremotato che vide crollare una scuola e morire 26 bambini (con la loro insegnante) lo scorso 31 ottobre. A farle meritare la definizione, lo sconvolgente dato diffuso dalla Polizia postale nei giorni scorsi: sono 30mila i siti internet nei quali sono state aperte raccolte fondi a favore di San Giuliano e dei suoi sfortunati abitanti.

E i soldi dove sono?
Un?enormità su cui si stanno addensando i sospetti e le indagini della Procura di Larino, competente per territorio, e del suo nuovo procuratore generale Nicola Magrone. è stato lui, infatti, combattivo magistrato antimafia proveniente da Potenza via Bari (dove finì nel mirino della Sacra Corona Unita) a dare il via all?informativa del braccio telematico della Polizia, e oggi a spiegare, crucciato, a Vita il lavoro che l?attende: “Ci siamo trovati di fronte a una situazione grottesca, abnorme”, dice Magrone. “Questi 30mila siti sono un?enormità, uno scenario tragico e straripante. Davanti al quale non possiamo non porci la domanda: ma tutti questi soldi raccolti che fine hanno fatto?”.
Domanda più che lecita se si pensa che, ufficialmente, il conto corrente riconosciuto dal Comitato genitori della scuola Jovine, crollata sotto le scosse, è soltanto uno, come spiega il presidente del Comitato stesso, Adriano Ritucci: “Abbiamo aperto il conto 500 presso la Banca di credito cooperativo di Colletorto, e lo indichiamo a chiunque ci interpella perché vuole aiutarci. Gli altri conti correnti? Per noi non esistono, o meglio, non sono stati da noi sollecitati in alcun modo. Le dirò di più: in questa faccenda non sono solo i magistrati a voler vederci chiaro, ma anche e soprattutto noi”.
Ritucci spiega che da tempo i genitori dei bimbi che hanno perso la vita nel crollo stanno monitorando il web, contattando una per una le persone generose che hanno promosso raccolte fondi e cercando di capire a chi e dove hanno depositato gli aiuti in denaro.

Il conto 500
Un lavoro immane, che dovrebbe terminare tra pochi giorni quando, annuncia sempre Ritucci, il Comitato pubblicherà un libro bianco proprio per fare chiarezza sulle raccolte fondi. “Sul conto 500, che è poi quello del Comune, sono arrivati sei miliardi di vecchie lire”, assicura Ritucci. E tutte le altre donazioni, piovute un po? da tutta Italia e dai soggetti più diversi? “Nessuno di noi ha intascato un centesimo personalmente”, conclude Ritucci. “Sappiamo che le raccolte fondi sono migliaia e quindi siamo i primi che chiediamo trasparenza. Non vorremmo davvero che ci fosse chi ha voluto speculare sulla nostra tragedia”.
Più che di speculazione, il procuratore Magrone parla apertamente di truffa. Anche se lo fa, come è consuetudine quando si parla di un?indagine ancora tutta da intraprendere, in via ipotetica. “Se noi scoprissimo che tutti questi 30mila siti hanno raccolto delle somme di denaro”, argomenta il magistrato, “e provassimo che non tutte quelle somme sono andate a buon fine, si configurerebbe come minimo il reato di truffa. Se poi dovessimo accertare che una parte dei conti correnti indicati sul web sono riconducibili agli stessi soggetti, saremmo in presenza di un?associazione per delinquere”.
Sui tempi di conclusione di un?indagine così delicata, il dottor Magrone fa previsioni amare: “Mi sento come un parroco di montagna”, sospira. “La procura di Larino è composta dal sottoscritto, da un procuratore aggiunto e da sette persone di cancelleria. Ho chiesto decine di volte al Csm un aumento di organico, ma se n?è fatto nulla”.
Ora l?eventualità è che l?indagine vada alle calende greche. Il che non renderebbe un buon servizio a nessuno: né ai tanti che in buona fede hanno versato del denaro, né ai genitori dei bambini, né alla credibilità futura delle mobilitazioni solidali che sempre percorrono l?Italia quando accadono fatti del genere.

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