Volontariato

300mila bimbi guerrieri: una firma per farli ricominciare a vivere

Ottanta nazioni del mondo hanno sottoscritto un protocollo contro l’utilizzo di minori nelle forze armate. Solo 5 le ratifiche. Un appello

di Gabriella Meroni

Sono 300mila i bambini soldato impegnati nel mondo sui campi di battaglia di 41 Paesi, e alcuni di loro hanno appena sette anni. Ad alzare ancora una volta il velo su questa realtà è il Rapporto globale 2001 della coalizione Stop all?uso dei bambini soldato, un gruppo di organizzazioni il cui scopo è proibire l?impiego di minorenni in operazioni militari, e di cui fanno parte anche Amnesty International e Human Rights Watch. Utilizzati in prima linea, per lo sminamento o come spie, facchini e schiavi del sesso, i bambini sono preziosi per i governi in guerra perché costano poco e possono essere facilmente ridotti all?obbedienza. Negli ultimi trent?anni il numero dei bambini soldato è rimasto costante, ma è aumentato quello dei Paesi che impongono ai piccoli di imbracciare il fucile. Se in Medio Oriente e America Latina questi sono in diminuzione, grazie alla fine di molti conflitti, i bambini soldato aumentano invece in Africa (dove sono 120mila, secondo stime ufficiali) e in Asia. Allarmante è il numero di bambini guerrieri a Myanmar: 50mila, un triste primato mondiale. La maggior parte dei soldati bambini ha dai 15 ai 18 anni, spiega il rapporto, ma anche solo sette. Per convincerli a combattere, a molti vengono somministrate droghe. Nel maggio 2000 l?Assemblea generale dell?Onu ha adottato un protocollo in cui chiedeva ai governi di impedire l?uso di soldati al di sotto dei 18 anni. Fino ad oggi 80 Paesi – tra cui l?Italia – hanno firmato il trattato, ma solo cinque l?hanno ratificato e l?Italia non è tra questi. La Coalizione Stop all?uso dei bambini soldato chiede dunque al governo italiano di ratificare immediatamente il protocollo, mantenendo anche il principio del non arruolamento, anche volontario, dei minori per l?esercito professionale. «Molti governi negli ultimi anni hanno interrotto il reclutamento dei minori di 18 anni, anche grazie all?impegno di milioni di persone che hanno sostenuto questa campagna», afferma Davide Cavazza, della Coalizione italiana Stop all?uso dei bambini soldato. «Il governo italiano ha il dovere morale di presentarsi alla Sessione speciale delle Nazioni Unite dedicata all?infanzia esprimendo una chiara posizione contro l?impiego dei bambini nelle guerre. La ratifica del protocollo è un urgente atto di civiltà». Nel mirino delle organizzazioni umanitarie sono finiti anche Gran Bretagna e Stati Uniti, colpevoli di arruolare nell?esercito ragazzi minorenni. Nel Regno Unito ci sono 5500 minori nelle forze armate, mentre soldati statunitensi al di sotto dei 18 anni hanno partecipato ai conflitti in Somalia e nei Balcani. Info: www.child-soldiers.org


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