Cultura

30 farmaci made in Sudan

Una joint venture per fabbricare generici a Khartoum. E i prezzi...

di Redazione

La Sigma-Tau SpA è attiva in Africa dalla prima metà degli anni 80, quando Claudio Cavazza, suo fondatore e attuale presidente, firmò una joint venture con una società africana per aprire un?azienda di farmaci generici a Khartoum, in Sudan. Un Paese poverissimo, sconvolto a sud da una guerra che, anche oggi, sembra non voler finire mai. Fatturato: 3 miliardi. Farmaci in catalogo: 30. Dipendenti: 150. Sono questi i numeri della Sigma-Tau Sudan Limited. Una piccola realtà rispetto alle grandi multinazionali del farmaco, ma assai importante, per le implicazioni sociali che si trascina dietro. Perché, come priorità, non ha il profitto bensì «uomini che morivano di malattie curabili come la malaria e un continente che, in futuro, avrebbe potuto produrre qualche profitto», spiegano alla Sigma-Tau, commentando la scelta di approdare in Sudan e di dar vita a un?azienda locale. Ma qual è la mission di Sigma-Tau Sudan Limited? Quella di produrre e distribuire farmaci, efficaci e sicuri, alla popolazione del Paese africano, a prezzi che siano per loro sostenibili. In tutto, ad oggi, sono 30 i farmaci generici, tra antimalarici, antibiotici e antinfiammatori, che vengono prodotti in questo Paese africano, solo quando in Occidente è scaduto il loro brevetto. Il prezzo di vendita è fissato dai dirigenti africani della Sigma-Tau Sudan Limited, che amministra e reinveste tutti i profitti. Ma è inferiore, di molto, al costo dei loro equivalenti coperti da brevetto nei Paesi industrializzati. E, africana al 100%, è anche la distribuzione di pillole, gelatine e sciroppi generici aziendali di cui si occupa un distributore. Ma come è stato possibile costruire una realtà così all?avanguardia in un Paese che, di certo, non dev?essere facile? Per arrivare al ?miracolo? sudanese, la Sigma-Tau ha fatto frequentare dei corsi di formazione in Italia a 40 tra medici, ingegneri e farmacisti africani. Risorse umane formate che, adesso, coordinano i circa 110 operai specializzati di Khartoum.


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