Non profit

266, questione aperta

I Centri di servizio hanno incontrato parlamentari di vari partiti trovando attenzione. E De Poli conferma: «Ascoltiamo le associazioni»

di Benedetta Verrini

La questione dei fondi ai Centri di servizio per il volontariato è stata tra gli argomenti all?ordine del giorno nella riunione del coordinamento degli assessori ai servizi sociali». Antonio De Poli, assessore veneto e coordinatore degli assessori sociali in Conferenza Stato-Regioni, ha confermato a Vita che la discussione sul riparto delle risorse delle fondazioni per i Csv è più che mai aperta. All?indomani della manifestazione nazionale che la Consulta nazionale del volontariato e la Convol hanno tenuto a Roma, davanti a Montecitorio, il mondo politico apre una riflessione sull??affaire soldi al volontariato?. Del resto una delegazione di manifestanti, lo scorso 21 giugno, ha incontrato parlamentari dei Ds, Margherita, An, Udc e Forza Italia. La richiesta delle organizzazioni è chiara: bisogna evitare che il riparto dei fondi avvenga in un disegno di legge (quello sulla competitività in discussione alla Camera), che esula completamente dalla riforma della legge 266. Si richiede pertanto lo stralcio di quel discusso articolo, in cui è previsto che il 50% dei fondi disponibili vengano assegnati ai Comitati di gestione e veicolati anche ai progetti di servizio civile, e un confronto aperto per una riforma complessiva della legge quadro sul volontariato. «Per quanto mi riguarda, farò un?azione di pressione sul mio partito e sul gruppo della commissione Bilancio perché sia possibile soddisfare la richiesta del volontariato e arrivare a una soluzione partecipata», conferma De Poli. «Mi auguro che si arrivi allo stralcio», conferma anche Luigi Giacco (Ds), che in commissione Affari sociali, dove il disegno sulla competitività è passato per un parere, ha difeso con forza le posizioni della Consulta del volontariato. La commissione Affari sociali il 15 giugno ha comunque votato parere favorevole al ddl Competitività. Con una sola osservazione: ampliare ulteriormente la percentuale (nel ddl è il 20%) da attribuire al Fondo perequativo per le risorse da destinare alle regioni del Sud. «Il testo dell?articolo sul riparto mi pare congruo», ha commentato Francesco Paolo Lucchese (Udc), relatore del parere. «Abbiamo richiesto una percentuale più alta del fondo perequativo per far crescere i Csv anche al Sud: svolgono una funzione fondamentale e credo sia giusto sostenerli per far sì che se ne sviluppi anche più di uno per regione». Infastidita, invece, Grazia Sestini, sottosegretario al Welfare: «Sono stupita delle ripetute manifestazioni di una parte del volontariato. Ripeto per l?ennesima volta che il nostro progetto di legge non taglia fondi al volontariato, intende soltanto permettere un utilizzo più razionale di questi fondi a chi ne è destinatario».

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