Volontariato

di Davide Nordio

Un esercito di 350mila nuovi lavoratori regolari sta per invadere il mondo del lavoro: stiamo parlando dei cittadini (più spesso, delle cittadine) extracomunitari che hanno chiesto di regolarizzare la loro posizione segnalando come professione quello della ?badante?. Paradossalmente però si tratta di lavoratori che possono godere di ben pochi diritti, di molti doveri ma soprattutto di nessun servizio. Parte da questa considerazione il Progetto Badanti ideato da Cgm – Consorzio della cooperazione sociale Gino Mattarelli, che tramite la propria rete di cooperative intende lanciare a breve una serie di servizi di selezione, formazione e inserimento di questo tipo di lavoratori, oltre che promuovere una riflessione sull?aspetto contrattuale e normativo che li riguarda. «Si riflette poco sulle peculiarità della figura della badante extracomunitaria», spiega Giacomo Libardi, curatore del progetto. «Equiparata alla colf, non può godere del diritto di ricongiungimento familiare e neppure cambiare mansione, ovvero approfittare di altre opportunità di lavoro. Facendo i debiti scongiuri ma essendo realisti, che cosa attende una badante cui muore l?assistito? Primo, perde lavoro e stipendio; secondo, ha tempo solo sei mesi per trovarne un altro uguale. In questo senso parliamo di pochi diritti e molti doveri». Secondo Cgm, il fatto che ancora manchino servizi di questo tipo è da imputare forse al fatto che non ci si è resi conto dell?impatto che hanno questi nuovi lavoratori, che sono più del doppio di tutti i lavoratori delle cooperative in Italia, una poderosa presenza che sta rivoluzionando il sistema assistenziale italiano. Tanto per dirne una, le case di riposo già hanno cominciato a risentire (in termine di riduzione di clienti) di questa modalità di assistenza, più conveniente sotto l?aspetto economico e anche ?umano?, visto che garantisce un buon livello di assistenza a disabili e anziani non più costretti a lasciare l?ambiente familiare. «Il nostro progetto tenterà di rispondere a questa domanda: chiusa la sanatoria, come saranno ?gestiti? questi lavoratori? Su quali strumenti potrà contare una famiglia per avvalersi del loro servizio? conclude Libardi. Con il coinvolgimento di Emporio dei Lavori, delle Caritas e delle agenzie formative, Cgm creerà quindi una decina di consorzi in altrettante province (il primo a Verona) che da un lato offriranno servizi alle famiglie e alla badante, e dall?altro porranno l?attenzione sulla situazione particolare di queste nuove figure. 350mila Il 15 settembre scorso, a sanatoria appena iniziata, il ministro Maroni tirava un respiro di sollievo: niente invasione, le domande di regolarizzazione delle badanti erano solo 32mila. Otto mesi dopo sono diventate 350mila.


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