Politica

21 milioni a rischio fame per colpa dell’Italia

Diffuso il rapporto per il Comitato per la sicurezza alimentare mondiale dell'Onu, a Roma dall’11 al 16 ottobre

di Redazione

Per colpa dell’Italia 21 milioni di persone a rischio fame. Lo sostiene Oxfam Italia nel rapporto «Insieme contro la fame: ricette globali per un’azione vincente», diffuso oggi in occasione dell’apertura della 36esima sessione del Comitato per la sicurezza alimentare mondiale delle Nazioni Unite, in programma a Roma dall’11 al 16 ottobre. Lo studio propone ai governi azioni concrete da realizzare insieme per sconfiggere il flagello della fame, che colpisce ancora 925 milioni di persone nel mondo. «Il Comitato diventare il principale forum politico mondiale in materia di lotta contro la fame e malnutrizione. Ma ciò sarà possibile solo se tutti i paesi lavoreranno insieme», afferma Chris Leather, portavoce di Oxfam.

Oxfam Italia apprezza l’impegno del governo italiano nel promuovere un approccio multilaterale contro la fame, ma sottolinea l’impatto disastroso della riduzione degli aiuti italiani, sancita al G8 dell’Aquila: «Con le dichiarazioni rese al vertice dei grandi della terra, l’Italia ha di fatto promesso di ridurre i suoi aiuti per l’agricoltura e la sicurezza alimentare del 56% rispetto al 2009», spiega Farida Bena, portavoce di Oxfam Italia. Secondo Oxfam, è fondamentale che l’Italia aumenti non solo la quantità ma anche l’efficacia degli aiuti, riducendone la frammentazione e sostenendo piani nazionali e regionali. «Il ministro Frattini, al recente vertice di New York sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, ha dichiarato che il problema della fame è una priorità del governo italiano. Oxfam Italia chiede ora al governo di far seguire azioni concrete ed ambiziose alla retorica», conclude la Bena.

 Tra le questioni più urgenti che saranno discusse al vertice, c’è anche quella del «land grabbing»: lo scorso anno circa 45 milioni di ettari di terra – una superficie equivalente all’intero territorio della Svezia – sono stati venduti ad investitori privati, con un impatto spesso negativo sui contadini poveri. Il fenomeno è aumentato di ben dieci volte rispetto agli anni precedenti. «Il rischio – spiega Leather – è che l’acquisto dei terreni continui in modo incontrollato, perché i governi non riescono ad assumersi le loro responsabilità». Altro tema cruciale, su cui il Comitato redigerà un rapporto, è quello della volatilità dei prezzi alimentari, causa e al tempo stesso effetto della recente crisi alimentare globale. «Oxfam crede che i governi debbano sviluppare politiche per controllare la speculazione che danneggia gravemente i paesi poveri», conclude Leather.


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