Non profit

2010, anno del ritorno del vuoto a rendere

Una proposta di legge rilancia un'antica eco-abitudine

di Chiara Cantoni

In gran parte dei Paesi europei è una realtà consolidata, in Italia è un ricordo lontano. Che però potrebbe fare la sua parte nel mettere un freno alla cultura dell’usa-e-getta, riducendo a monte l’annoso problema dello smaltimento rifiuti. Estromesso oltre 40 anni fa dalla finestra della prassi, il sistema del vuoto a rendere (Var) rientra oggi dalla porta principale. E finisce sui tavoli che contano, sotto forma di proposta di legge. Già allo studio della commissione Ambiente della Camera, il provvedimento, approdato a Montecitorio il 2 dicembre con la firma dei deputati Antonio Mazzocchi e Fabio Gava, rilancia il progetto «Vetro indietro», promosso dall’omonimo Comitato, composto da Italgrob (Federazione italiana grossisti e distributori di bevande), Fipe-Confcommercio, Legambiente, aziende leader nel mercato delle bevande (Sanpellegrino, Peroni, Pago) e Savno, gestore dei servizi di igiene ambientale nel trevigiano.
L’obiettivo della proposta è promuovere il ritorno volontario all’utilizzo di contenitori in vetro “a rendere”, in particolare per le bevande destinate al comparto horeca (hotel, ristoranti e catering), mediante l’istituzione di filiere di recupero degli imballaggi sottratti alla normale raccolta differenziata per essere riutilizzati. Il consumatore si impegna a riportare i vuoti al produttore ricevendo in cambio un pagamento commisurato alla quantità o al peso degli imballaggi restituiti. Mentre sgravi fiscali sulla Tarsu e dilazioni di pagamento sull’Iva sono previsti per incentivare i player di settore ad aderire alla filiera del riuso del vetro. E ci guadagnano tutti: esercenti, aziende e ambiente.
I primi dati della sperimentazione attuata da Savno, analizzati dal Centro interdipartimentale Ideas dell’Università Ca’ Foscari di Venezia in collaborazione con Life Cycle Engineering Lca, parlano chiaro. Ai 30 esercizi, fra bar e ristoranti, coinvolti nel progetto pilota nell’area test di Conegliano Veneto (TV), sono stati consegnati da uno a quattro contenitori carrellati da 240 litri ciascuno, personalizzati con il logo dell’iniziativa e un codice identificativo per il monitoraggio delle singole produzioni. Nel periodo dall’1 agosto al 2 novembre sono stati rilevati 340 svuotamenti, per un peso complessivo di 13.660 chili. Il confronto tra il sistema standard di recupero del vetro e un’apposita filiera per il riuso delle bottiglie ha segnato il punto conclusivo, attribuendo al Var prestazioni superiori per i principali indicatori di impatto ambientale (consumo energetico ed effetto serra) già a partire dal secondo, terzo riutilizzo. Carta – o meglio vetro – canta. Ora, la palla alla politica.


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