Welfare

2001: 37 giornalisti uccisi

Tredici in più dell'anno precedente

di Gabriella Meroni

Trentasette giornalisti sono rimasti uccisi nell’esercizio della loro professione nel corso del 2001, tredici in piu’ rispetto all’anno precedente. Secondo il Committee to protect journalists (Cpj), l’incremento del 30 per cento e’ dovuto alla guerra in Afghanistan. Nel corso di ‘Enduring Freedom’ infatti sono morti lo scorso anno otto giornalisti, tra i quali l’inviata del ‘Corriere della Sera’, l’italiana Maria Grazia Cutuli. I giornalisti, dunque, pur di documentare gli eventi nelle aree di crisi nel mondo continuano a mettere a rischio la propria vita. La maggior parte delle vittime sono rimaste coinvolte in rappresaglie per quello che hanno scritto. Puo’ costare molto caro, infatti, denunciare vicende di corruzione o di mafia, in Paesi come la Colombia (uno dei posti piu’ pericolosi al mondo per i giornalisti: tre cronisti assassinati lo scorso anno), in Bangladesh, in Cina, in Thailandia o in Jugoslavia. Tra i morti del 2001 c’e’ anche un fotografo free-lance che stava documentando l’attacco alle Torri Gemelle e il responsabile del settore fotografico del ‘Sun’, in Florida, deceduto per l’inalazione dell’antrace.


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