Volontariato

200 nuovi quadri per il Sud

Successo del progetto di formazione

di Redazione

Oltre duecento persone, tra dirigenti e responsabili di cooperative, associazioni e organizzazioni di volontariato da sei regioni del Meridione, si sono ritrovati a Napoli per il seminario conclusivo del progetto di formazione dei quadri del terzo settore.  
Il progetto trae la sua forza dal consolidamento di competenze e capacità che siano in grado di generare capitale sociale e valorizzare la presenza del mondo del volontariato e del terzo settore sul territorio, per un forte sviluppo del Sud, in una prospettiva di sussidiarietà e di partecipazione democratica tra le organizzazioni della società civile, i cittadini, il terzo settore e le istituzioni locali.  

Ripartire da una formazione politica
Nonostante il nostro Paese stia vivendo un momento di particolare crisi – con tagli alle politiche sociali che si attestano al 77% tra il 2008 e il 2010 – si avverte un crescente bisogno di partecipazione, di ascolto, di espressione. Leggere la crisi come un’opportunità è la sfida che il mondo del terzo settore ha scelto di affrontare, “mettendo al centro del suo percorso un’azione formativa di taglio politico – dichiara Emma Cavallaro, presidente ConVol –  in grado di dare risposte che siano capaci di produrre cambiamento”.

Oltre il welfare riparativo
“Favorire un’alleanza tra società civile ed istituzioni è strategico per costruire cittadinanza – afferma Marco Granelli, assessore alla Sicurezza Sociale e al Volontariato del comune di Milano –. E’ necessario individuare regole comuni per definire un nuovo patto di sussidiarietà che dia  risposte concrete e renda i cittadini attivi, partecipi e responsabili”.  
Lo sforzo del terzo settore di andare avanti è cresciuto in questi ultimi anni, così come la nascita di esperienze esemplari. – Ha affermato Antonio Oddati, dirigente dell’area Assistenza Sociale alla regione in rappresentanza del presidente Caldoro – E’ importante investire in un welfare che da ‘riparativo’ possa diventare ‘produttivo’ anche in un momento di crisi economica come questo”.  
Sergio D’Angelo, assessore alle Politiche sociali del comune di Napoli, che ha partecipato al dibattito, ha affermato che “lo Stato ha deciso di non investire più nel sociale, trascurando il fatto che il welfare non è una questione che riguarda pochi addetti ai lavori, ma tutti noi, è un modo di stare insieme e organizzarsi dell’intera collettività”.  
Fausto Casini, coordinatore della Consulta nazionale del volontariato presso il Forum del Terzo Settore, in conclusione ha rilevato che “la sussidiarietà si nutre di senso di responsabilità e di consapevolezza di ruolo, ma diventa fondamentale l’azione del terzo settore che deve utilizzare la propria rilevanza, e il radicamento nelle comunità, per favorire processi trasparenti di costruzione di responsabilità”. “D’altra parte – prosegue Casini – la politica deve trovare nelle organizzazioni sociali la giusta sponda per farsi carico della capacità progettuale per innovare la cultura e le risposte alle necessità sociali in continua evoluzione.”  

L’impegno primario al Sud di forze non-profit per la cura di Beni Comuni è il primo passo per la realizzazione di una nuova sfera pubblica. I patti di sussidiarietà che si vanno stringendo tra istituzioni, volontariato e terzo settore stanno ad indicare la strada, non solo per il Sud ma per il paese intero.


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