Cultura

2 per mille, ecco gli elenchi

Sono poco più di 1300 le realtà che si sono accreditate: per la prima volta infatti i contribuenti potranno mettere codice fiscale e firma per le associazioni culturali. Sono quasi tutte realtà piccole, presidi di territori. Fotografia di un’Italia molto vitale e legata alla propria storia

di Anna Spena

È la fotografia sorprendente di quanto sia variegata e vitale in Italia la cultura dal basso. Il Ministero della Pubblica istruzione ha pubblicato oggi gli elenchi delle Associazioni che si sono candidate al 2 per mille dell’Irpef che per la prima volta i contribuenti italiani possono devolvere alle realtà non profit impegnate a diverso titolo nella valorizzazione e nella promozione della cultura (non è ovviamente alternativa al 5 per mille, ma va ad aggiungersi al 5 per mille).

L’adesione è stata molto positiva: sono poco più di 1300 le realtà presenti nell’elenco. È universo di realtà piccole, caratterizzate da un presidio dei propri territori. Dagli elenchi erano escluse infatti le fondazioni, che in alcuni casi sono potute rientrare grazie alle associazioni “degli amici”, com’è il caso dei musei milanesi Brera, Poldi Pezzoli, Bagatti Valsecchi e della Raccolta Bertarelli. Tra le altri grandi sigle, c’è il Touring club, ci sono le Acli, a vario titolo (Centro turistico acli, Unione sportiva Acli, Acli arti e spettacolo). Massiccia anche la presenza di circoli Arci.

Tra le realtà in ascesa che si sono iscritte al 2 per mille c'è l'associazione culturale Casa Testori a Novate Milanese, che ha sede proprio nell'abitazione che fu di Giovanni Testori, scrittore, drammaturgo, pittore, critico d’arte, poeta, regista, attore, tra i più importanti intellettuali del novecento italiano. La casa è stata trasformata in un hub culturale, dove si susseguono, senza sosta, eventi, mostre, workshop, incontri che da un lato ricordano la personalità poliedrica di Testori e dall'altro guardano sempre con attenzione, creatività e originalità al mondo che c'è fuori dalla casa…

Il viaggio tra le sigle diventa un viaggio in un’Italia minore e molto vitale. Tante, non a caso, le pro loco (53) che battono nettamente i Centri culturali, fenomeno un po’ in declino (sono solo 24). Si può incontrare l'Associazione Antico Forno di Pontetto, nell’Ossola, che quest’anno ha aperto un Ecomuseo, che permette un viaggio nel passato ossolano tra tradizioni familiari e lavorative.

Oppure Ali di carta, un presidio del libro di Noicàttaro, in provincia di Bari (“per chi legge, per chi non legge, per chi leggerà”, sta scritto sul loro sito). C’è Anbima Sicilia, acronimo che sta per Associazione nazionale bande italiane musicali autonome; sempre dalla Sicilia un’altra eccellenza musicale, La Compagnia di Canti Popolari “Antichi Suoni”, di Alcara Li Fusi, ambasciatore della musica dei Nebrodi. Associazione Giovine Cjanterins.

Associazione di Cleulis, luogo di memoria e paesaggi, tra le alpi carniche nell’alta valle del Bût in Carnia. Ci sono gli Astrofili segusino, cioè di Susa. Nel complesso sono oltre 200 le realtà che a diverso titolo fanno attività musicale, con presenza massiccia delle bande. Le grandi città sono in netta minoranza, se si pensa che le associazioni romane sono 22, mentre quelle milanesi appena dieci in più. Brilla invece l’Italia marginale, quella dei piccoli comuni e dei micro paesi.

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