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2 per mille alla cultura, sconosciuto ai contribuenti

Uno strumento importante di sostegno che merita fiducia. Assif ha analizzato i risultati del 2 per mille alla cultura del 2021 da poco resi pubblici dal Mic. Per l’associazione italiana dei fundraiser questo strumento merita di essere reso stabile, come già avvenuto per 5 per mille e Art Bonus. Dopo la sperimentazione del 2016 è riapparso lo scorso anno, ma le associazioni culturali hanno avuto solo 15 giorni per iscriversi all'elenco

di Redazione

Sono usciti lo scorso 1 luglio i dati relativi al 2 per mille per la cultura del 2021. Era dalla sperimentazione del 2016 che la misura non veniva utilizzata. Allora furono 1.130 le associazioni culturali coinvolte per un valore di destinato totale pari a 11.469.955 euro grazie a 870.949 firme. La misura, introdotta in maniera sperimentale e provvisoria, non è stata poi riconfermata per gli anni successivi, fino alla Pandemia, ricorda una nota di Assif- l’associazione italiana dei fundraising. Di fronte alle difficoltà riscontrate dal settore della cultura e delle arti a causa delle prolungate chiusure e delle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, urgevano risposte e sostegni.

Assif ricorda che il 14 agosto 2020 usciva il nuovo decreto legge per la reintroduzione della misura di “percentage philantropy” – per l’anno 2021 – destinata alle associazioni che operano in ambito cultura da almeno 5 anni (Art 97-bis DL 104/2020). I criteri per richiedere di iscriversi alle liste sono usciti però soltanto ad aprile 2021; e solo a giugno 2021, “dopo una ahimè brevissima finestra temporale per aderire agli elenchi (15 giorni), 3.027 associazioni culturali hanno ricevuto la conferma di essere state ammesse a ricevere il contributo” chiosa la nota dell'associazione. Hanno potuto quindi iniziare una campagna (con tre mesi di ritardo rispetto alle organizzazioni beneficiarie del 5 per mille) tenendo presente che l’importo totale erogabile – il tetto – era di 12 milioni di euro, anziché di 100 come era stato nel 2016.

Dall’analisi compiuta da Assif mettendo a confronto i dati del 2016 con quelli del 2021 usciti lo scorso 1 luglio, emergono alcuni dati interessanti:

  • il numero di associazioni culturali beneficiarie resta esiguo: 3.027 su circa 54mila associazioni culturali presenti in Italia (secondo gli ultimi dati Istat 2017 a disposizione che includono però anche sport e tempo libero): questo lascia pensare che la campagna di promozione su questa possibilità debba essere rafforzata per raggiungere un maggior numero di organizzazioni potenzialmente beneficiarie;
  • il quantum raccolto, pari nel 2021 a 11.757,811.77 euro si avvicina moltissimo al tetto "se si vuole allargare in futuro il numero di organizzazioni beneficiarie sarà necessario alzare nuovamente il tetto" commentano da Assif;
  • l’interesse da parte dei contribuenti resta basso, anche se crescono leggermente le firme (870.949 nel 2016 e 1.095.502 nel 2021): solo il 2,66% degli italiani destina il 2 per mille alla cultura (a fronte del 40% se parliamo di 5 per mille e 43% se parliamo di 8 per mille). Lo strumento è decisamente poco conosciuto anche dai cittadini italiani che fanno la dichiarazione dei redditi oltre che scarsamente promosso dai soggetti coinvolti quali dottori commercialisti e Caf.
  • rispetto al 2016, si abbassa ulteriormente il valore medio della destinazione (12,37 € nel 2016, 10,73 € nel 2021): questo dato potrebbe essere collegato agli effetti della Pandemia sui redditi dei contribuenti italiani.


Rispetto alle criticità che emergono dall’attuale assetto della misura, Assif le aveva segnalate nel corso del convegno Più Fundraising Più Cultura dello scorso dicembre e riguardavano: la finestra di adesione agli elenchi del 2 per mille è stata molto confinata (15 giorni) e andrebbe necessariamente prolungato il periodo di apertura, eventualmente abbinandolo ad una campagna nazionale di promozione di questa possibilità per il contribuente; inoltre, sempre riguardo alla finestra di adesione "andrebbe anticipata (nel 2021 si è aperta ad aprile con esiti a giugno, ovvero a dichiarazioni dei redditi già avviate): ad esempio, un'apertura a gennaio con esiti entro marzo, consentirebbe di strutturare un'adeguata campagna a cura dei soggetti ammissibili verso i loro potenziali sostenitori e contribuenti, in vista delle opportune scadenze fiscali"; infine, similmente a quanto avvenuto per il 5 per mille laddove i tempi di pubblicazione delle somme attribuite a ciascun soggetto ammissibile e la relativa erogazione sono stati notevolmente accorciati (attualmente tra i 12 e 15 mesi), sarebbe importante che tale tempistica fosse applicata anche al 2 per mille. Questo permetterebbe alle associazioni di avere riscontro in tempi ragionevoli sull’efficacia delle azioni intraprese per promuovere la propria Campagna 2 per mille dell’anno precedente ed eventualmente intraprendere azioni migliorative per quella in corso.

Ma soprattutto continua la nota "questa misura merita – se si vuole che abbia un impatto reale sulla sostenibilità delle associazioni culturali che auspichiamo possano diventare di più di quelle oggi presenti nell’elenco dei beneficiari – di diventare stabile". Nel corso di questi due anni di pandemia, il settore culturale – che da anni già faceva i conti con un progressivo ridimensionamento del sostegno pubblico a tutti i livelli – è stato uno dei più colpiti dagli effetti delle chiusure e dalle limitazioni imposte e dalla drastica diminuzione delle entrate proprie, costituita, a seconda dell’ambito di attività, da biglietti, abbonamenti o fatturato di altri servizi aggiuntivi gravemente compromessi dalla impossibilità di accogliere i propri pubblici in presenza. A fronte dello stop forzato delle attività e delle non certo rosee previsioni di bilancio, molte organizzazioni culturali italiane hanno guardato con interesse alle possibilità offerte a livello di coinvolgimento dei donatori dai nuovi strumenti esistenti, tra cui anche il 2 per mille.

Per questo Assif auspica che quanto dichiarato dallo stesso ministro Dario Franceschini lo scorso 11 maggio possa presto diventare realtà: interrogato al question time della Camera, Franceschini ha detto: «Il 2 per mille dell'Irpef a favore delle associazioni culturali è una misura di assoluta giustizia sociale che, negli anni, ha aiutato migliaia di associazioni che faticano a vivere perché hanno sempre meno risorse dai Comuni per via delle difficoltà di bilancio degli enti locali. Condivido che sia importante e di assoluta utilità ed è giusto che diventi strutturale (…). È una decisione però che va presa a livello collegiale e per questo la proporrò in sede di predisposizione della legge di Bilancio per introdurla in via strutturale».

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