Sostenibilità

-2 gg all’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto

Con esso prenderà il via un gigantesco processo di riconversione delle tecnologie industriali. La campagna di Legambiente per il risparmio di emissioni "cattive"

di Benedetta Verrini

Dalla mezzanotte di domani entra in vigore il protocollo di Kyoto, l’accordo firmato nel 1997 con cui 160 Stati si impegnavano ad attuare politiche industriali e ambientali tendenti a ridurre il surriscaldamento del pianeta.

Tutti i Paesi aderenti, fra cui l’Italia, l’Unione Europea, la Russia e il Giappone (ma non gli Usa), dovranno controllare e ridurre le emissioni di gas inquinanti nell’atmosfera, soprattutto quelle di derivazione industriale. Sanzioni economiche sono previste per quegli Stati che non rispetteranno le regole. L’accordo di Kyoto si è dato obiettivi impegnativi: ogni singolo Stato infatti entro il quinquennio 2008-2012 dovrà ridurre, in proporzione, il totale di emissioni inquinanti prodotte nel suo territorio, avendo come base di calcolo le emissioni prodotte nel 1990.

Con il protocollo di Kyoto prenderà perciò il via a livello mondiale un gigantesco e costoso processo di riconversione delle tecnologie industriali che dovrà essere completato nel 2012. C’è in ballo la salute del pianeta e anche quella dei suoi abitanti, sempre piu’ stretti nella morsa dell’inquinamento atmosferico, cui si aggiunge il cosiddetto effetto serra.

L’accordo di Kyoto potrà essere attuato solo a costo di una radicale revisione dei sistemi di produzione industriale, dell’apparato che sovrintende alla produzione energetica, ai trasporti pubblici e privati, alla chimica. Non saranno escluse da questo processo le nostre abitudini domestiche: i condizionatori d’ aria, i frigoriferi, gli impianti di riscaldamento delle abitazioni, le automobili tanto per fare degli esempi sono anch’ essi protagonisti, in negativo, dell’emissione di gas inquinanti che andranno ridotti significativamente, modificando altrettanto significativamente le nostre abitudini di vita.

Secondo l’Agenzia europea dell’Ambiente, l’anidride carbonica, il gas maggiormente responsabile dell’effetto serra, risulta in costante crescita: 15 anni fa era di 250 ppm (parti per milione), nel 2000 era di 360 ppm e tra 50 anni arrivera’ a 500 ppm. Livelli giudicati insostenibili per la salute umana e per quella del pianeta. Nello stesso periodo le temperature della terra sono aumentate di un grado, e crescono al ritmo di 0,1 gradi a decennio e i livelli dei mari sono cresciuti di 20 centimetri.

In Europa si producono ogni anno più di 35 miliardi di tonnellate di anidride carbonica (CO2), di cui 4 miliardi provengono da camini, ciminiere, autoveicoli. Nel 2050 si prevede che, in assenza di contromisure, le attuali emissioni raddoppieranno su scala planetaria. Il protocollo di Kyoto prevede una riduzione media del 5,2% delle emissioni per i principali paesi industrializzati. La Ue dovrà ridurre le sue emissioni mediamente dell’8%, l’Italia del 6,5%. Gli Usa, in caso di adesione, dovrebbero ridurre del 7% le loro emissioni di gas nell’ atmosfera.

Data la complessità delle iniziative e il loro rilevante costo economico, le nazioni firmatarie decisero di rendere vincolante il protocollo solamente quando lo stesso avesse ottenuto la ratifica da parte delle nazioni industrializzate che emettono complessivamente più del 55% dell’anidride carbonica. Quel limite è stato raggiunto e superato nel novembre 2004 con l’adesione definitiva da parte della Russia, che porta in “dote” il 17,4% delle emissioni, e così il totale di emissioni dei Paesi aderenti è arrivato al 61,6%. Se la Russia avesse continuato a dire di no, invece, l’accordo non sarebbe mai entrato in vigore, e a poco sarebbe servita l’ adesione già ottenuta da parte di 126 Stati, compresa l’ Italia (che ha aderito nel 2002) e tutti i Paesi Ue, e dal Giappone.

Per un importante momento di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sull’entrata in vigore del Protocollo, che ci coinvolge tutti direttamente, Legambiente ha inaugurato la campagna “Cambio di clima”, in cui ciascun cittadino può firmare “in proprio” il protocollo di Kyoto, impegnandosi in un’azione positiva a favore della riduzione delle nostre emissioni.
Ognuno di noi è infatti responsabile di 1,5 tonnellate di CO2 solo per i consumi domestici.

Con la campagna Cambio di Clima, Legambiente suggerisce 5 semplici azioni da compiere, per dare un apporto molto significativo alla lotta contro l’aumento dell’effetto serra. Si va dal cambiare 5 lampadine da 100W a incandescenza con altrettante a basso consumo da 20W, allo spegnere la funzione stand-by del televisore nelle ore al giorno in cui è spento; fino alla rinuncia, per un solo giorno al mese, dell’uso della macchina.
Per “scegliere e sottoscrivere” il proprio protocollo di Kyoto:
www.legambiente.it/nazionale.htm

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