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2.000.000 come loro

Parla padre Beniamino Rossi, uno che ha speso tutta la sua vita per i migranti. E dice: "Il vero dramma è quello che si sta consumando al di là del Mediterraneo".

di Giuseppe Frangi

“Il popolo delle barche è solo una piccola avanguardia. Non riusciamo neppure a immaginare cosa stia accadendo nelle retrovie”. Beniamino Rossi, superiore generale degli Scalabriniani in Europa, una vita passata sul fronte dell?emigrazione, a tutte le latitudini e le longitudini, non riesce ad avere parole di ottimismo. Quello che sta accadendo nel Canale di Sicilia è solo la punta di un fenomeno che sta assediando il continente africano. “Abbiamo abbandonato l?Africa alla devastazione. E ora la paghiamo noi, ma la pagano soprattutto loro. Quelli che approdano qui sono una piccola minoranza. In realtà chi sa quanti stanno aspettando al di là del mare? La Libia in questi anni ha fatto un politica suicida, chiamando continuamente mano d?opera e ora sta soffocando. Difficile che chi arriva lì si convinca a tornare indietro. Sono persone che hanno accumulato la disperazione di anni. Piuttosto tentano di fare il salto verso l?Europa”.
Vita: Si possono fare numeri?
Beniamino Rossi: L?Acnur arriva a stimare 50 milioni di rifugiati in tutta l?Africa. Sono vittime di guerre tribali, di sconvolgimenti politici. Questo vuol dire che quel continente è investito dal dramma dei profughi in maniera ben più devastante di noi. Ricordiamocene, non per sottovalutare quello che ci tocca da vicino. Ma per capire che qualsiasi soluzione che non tenga conto di quel grande fenomeno, è una soluzione velleitaria.
Vita: Oggi si insiste molto sull?importanza dei rapporti bilaterali. Cosa ne pensa?
Rossi: Penso che sia una buona strada. I Paesi con i quali sono state aperte trattative, hanno subito dimostrato di collaborare. Ma ora i problemi sono più ampi. Innanzitutto i rifugiati vengono quasi tutti dall?Africa subsahariana, e quindi quegli stessi Paesi mediterranei sono a loro volta vittime del fenomeno. In secondo luogo c?è il caso della Libia, la cui frontiera meridionale, una lunga linea di deserto, è continuamente attraversata da profughi del Sudan, della Costa d?Avorio, dalla Sierra Leone. E con la Libia sinché non si scioglie la questione dell?embargo, non c?è nessuna possibilità di trattativa.
Vita: Era un fenomeno preventivabile?
Rossi: Certamente. L?Africa viene da un decennio di devastazioni. è in mano ai mercanti di carne umana che surriscaldano tutte le tensioni. Pochi giorni fa ero in Sud Africa e anche lì ho visto l?arrivo di migliaia di profughi dal Congo e dal Burundi. L?Europa, che pur doveva avere un occhio privilegiato, ha assistito senza nessuna capacità di intervento politico. Così ogni estate, quando i mari sono meno pericolosi e qualche migliaio di uomini disperati tenta la traversata, esplode il panico e l?irrazionalità.
Vita: L?inerzia dell?Europa riguarda il mancato aiuto allo sviluppo?
Rossi: Sì. Anche se oggi siamo arrivati a un punto dove neppure l?aiuto allo sviluppo può genere grandi miglioramenti. Possiamo solo guardare alle generazioni future. Io dico sempre che bisognava occupare politicamente l?Africa, nel senso di darle una dignità politica. Invece l?abbiamo lasciata in balìa di se stessa. E oggi è un continente che non ha più cittadinanza politica.
Vita: Che cosa ne pensa della proposta di Blair di fare i campi profughi nei Paesi di partenza?
Rossi: Penso che sia un?idea crudele ma che abbia una sua logica. Può essere una soluzione tampone che evita drammi peggiori. Ma devono essere fatti nei Paesi di passaggio. E devono essere risolti in tempi brevi.
Vita: Poi c?è la questione della crescente intolleranza verso chi riesce a sbarcare?
Rossi: E’ un fatto grave, non solo dal punto di vista morale. Queste ondate populiste non permettono di affrontare con la dovuta attenzione il problema. Si sentono dire delle cose pazzesche e alla fine i problemi sono più grandi di prima. E mi riferisco anche all?irrazionalismo di chi si fa prendere dal pietismo. A loro ricordo sempre l?esempio di San Giovanni Bosco, che certamente raccoglieva i giovani ma poi era soprattutto preoccupato di dare loro scuole, centri di formazione, oratori.

Info:
Appuntamento a Loreto…

Si terrà dal 28 luglio al 3 agosto. È il sesto Meeting internazionale delle migrazione di Loreto. Organizzato dagli Scalabriniani, un ordine nato 125 anni fa, e che per vocazione presta il suo servizio religioso e sociale ai migranti, quest?anno avrà per tema Globalizzazione e migrazione in Europa. In realtà si parlerà molto di Africa, come l?intervista a padre Beniamino Rossi già anticipa. Il programma della settimana di Loreto lo si può trovare al sito Meeting Internazionale delle Migrazioni

…e a Cecina
Il IX Meeting antirazzista di Cecina, dal 12 al 19 luglio, è un appuntamento di riflessione, di dibattito e festa in cui le varie anime del movimento italiano ed europeo potranno elaborare in modo collettivo le proprie strategie. L?iniziativa, organizzata dall?Arci, prevede laboratori tematici, dalla pittura al cinema, con al centro il tema dei diritti dei migranti.
Per iscrizioni online:
NoRacism!

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