Welfare

2.0: gli ultimi saranno primi?

di Flaviano Zandonai

I percorsi dell’innovazione sono ricchi di scorciatoie. Basta saperle vedere e soprattutto valutare, perché non sempre vale la pena imboccarle. Per le organizzazioni non profit e le imprese sociali se ne sta profilando una di importante all’orizzonte rappresentata dal web 2.0. Fino ad oggi i soggetti sociali hanno chiuso la fila del dibattito. Le imprese for profit hanno guidato la riflessione e soprattutto l’implementazione di questo strumentario di networking e relazionalità. Ma ora chi tira la cordata si trova di fronte un passaggio proibitivo. L’implementazione di questi sistemi non è una questione strumentale, tutta interna all’Ict. Come ricorda uno degli osservatori più avanzati sul tema, riguarda piuttosto il cambiamento organizzativo che investe i fondamenti del modello imprenditoriale. Si avverte infatti una frizione crescente tra tecnologie basate sulla collaborazione orizzontale e sistemi organizzativi che per quanto evoluti mantengono sempre una connotazione gerarchica. Un pò come le faglie che sfregandosi rischiano di causare terremoti organizzativi. Invece nel caso di organizzazioni piatte, partecipative ad alta intensità relazionale le cose dovrebbero andare diversamente. Dovrebbero perché finora non si hanno notizie di soggetti non profit che hanno investito, massicciamente, sul web 2.0. Però l’impatto è inevitabile. E con esso il cambiamento. Un pò come avvenne, qualche tempo fa, con le certificazioni di qualità. Pochi le volevano, molti erano scettici ma la loro applicazione ha mutato alla radice l’impianto organizzativo di molte imprese sociali. Su questo nuovo fronte il mutamento potrà essere ancor più radicale, perché investirà le basi del modello. Ad esempio, un sistema di e-governance per le imprese sociali (magari quelle di medio – grandi dimensioni e con centri di servizio sparsi sul territorio) potrà dire se la partecipazione degli stakeholder è davvero coerente con una mission dove si dichiara di perseguire “l’interesse della comunità”. Staremo a vedere, siamo quasi all’imbocco della scorciatoia.


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