Mondo

150 famiglie sul filo del voto

Sono quelle che hanno già i bambini in assegnazione e che sono in attesa di chiudere le pratiche. Ora le incertezze politiche aumentano le incognite

di Benedetta Verrini

Nessuno ha seguito le elezioni in Bielorussia con più grande attenzione – e apprensione – di loro, le 25mila famiglie italiane che ogni anno ospitano i bambini colpiti dalla tragedia di Chernobyl. E nessuno, ora che la stampa occidentale rimanda l?immagine di un paese in cui la democrazia è stata messa a tacere con la forza, e verso cui l?Unione europea minaccia sanzioni, guarda con maggior preoccupazione al futuro dei minori.

Le più preoccupate, ovviamente, sono le oltre 150 famiglie che rimangono, ancora oggi, in attesa di concludere le pratiche d?adozione internazionale sospese con Minsk. Per questo caso, come è noto, il 12 dicembre scorso la Commissione adozioni italiana e il ministero dell?Istruzione bielorusso avevano siglato un accordo di 30 articoli, in cui si prevedeva la riapertura delle adozioni e la conclusione delle pratiche in stallo da oltre due anni. «Ma a distanza di tre mesi da quella tanto sospirata intesa, ancora non ci sono segni promettenti, perciò abbiamo chiesto e ottenuto un incontro con la Cai e il ministero degli Esteri italiano», spiega a Vita Francesca Perinelli, che fa parte del Coordinamento famiglie adottanti in Bielorussia.

Nel corso della riunione, le famiglie hanno fatto presente che il protocollo bilaterale «sancisce, in ben 29 articoli, la riapertura delle adozioni, ma ad oggi è stato solo ripreso il lavoro sulle pratiche sospese (30° articolo) e non risultano in atto consultazioni con la Bielorussia per la piena attuazione del protocollo sulle adozioni con l?Italia». Delle adozioni sospese, peraltro, soltanto una è andata in porto, perché riguardava una minore gravemente malata, che aveva urgenza di essere operata. Un gruppo di altre è fermo sul tavolo del ministro dell?Istruzione bielorusso, e attende solo la sua firma; un centinaio e più, infine, si trovano in stadi amministrativi più o meno avanzati, a seconda degli stop posti dalle autorità locali della Bielorussia, e attendono di essere ?riviste?.

Cosa ancora più grave, di cui la presidente Cai è stata messa al corrente dalle famiglie nell?ambito della riunione, è il fatto che ci sono stati nuovi casi di adozioni rigettate, con motivazioni poco chiare. «Stiamo raccogliendo la documentazione relativa a questi rigetti», prosegue la Perinelli, «e la porteremo alla prossima riunione che la Cai ci ha promesso di convocare, in presenza degli enti autorizzati, per la metà di aprile. La stessa presidente Capponi e il rappresentante degli Esteri ci hanno preannunciato la volontà di effettuare anche una nuova missione in Bielorussia».

Non si nascondono, le famiglie, che questo viaggio presenta molte variabili: che tipo di ?margini operativi? e diplomatici avrà una delegazione italiana, se scatteranno le sanzioni Ue? E questo intervento sarà realizzato anche se in Italia sono imminenti le elezioni e un nuovo governo?

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