Non profit
15 strutture e 1.200 utenti In Piemonte è partita la filiera del socio-sanitario
Socialcoop di Asti
di Redazione

Una piccola macchina da guerra con la mission nell’erogazione dei servizi socio-sanitari-assistenziali: è Socialcoop, consorzio piemontese (aderente a Confcooperative Asti) che ha ormai creato una filiera, a partire dalla progettazione/realizzazione edilizia di presidi a basso impatto ambientale, sino al finanziamento, alla gestione integrata e differenziata e alle strategie di reinvestimento sul territorio. I numeri raccontano bene il fenomeno: 15 strutture in gestione diretta, soprattutto nell’Astigiano e nell’Albese e, in misura minore, nelle province di Torino e Savona; oltre 500 occupati; 1.200 utenti.
L’ultimo traguardo, appena inaugurato, è la residenza “I Tigli” di Novara, una Rsa da 120 posti letto, che assorbirà 70 operatori. L’operazione è stata possibile attraverso una collaborazione pubblico-privato e allo strumento del project-financing. Invece di ristrutturare con le proprie risorse la vecchia “casa protetta”, il Comune di Novara ha affidato l’intera impresa a un soggetto terzo (una società di progetto sviluppata da Socialcoop) che garantisse il rispetto di tutti i parametri di qualità. La gestione durerà trent’anni, il tempo necessario per ammortizzare un investimento totale pari a 10 milioni di euro, ripartito tra le risorse di Socialcoop, Opera e So.Co.E. e il finanziamento in project-financing messo a disposizione da Banca Innovazione Infrastrutture e Sviluppo del gruppo Intesa Sanpaolo. «In questo modo noi possiamo fare la differenza e l’amministrazione tra 30 anni tornerà nella disponibilità di una struttura eccellente», commenta Maurizio Serpentino, vice-presidente di Socialcoop e di Confcooperative Asti.
Il sistema piemontese si fonda sulla libera scelta: ci sono più posti letto (40mila) rispetto a quelli “coperti” dagli accreditamenti (15mila). Ai Tigli, ad esempio, circa la metà dei posti avrà l’integrazione della retta. «Le nostre strutture sono piene al 99%, perché combiniamo tariffe accessibili, non superiori ai parametri regionali, con un’alta qualità del servizio».
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.