Non profit
«15 anni da parte sociale… a metà»
Andrea Olivero traccia un bilancio: «Ci siamo, e sappiamo dove andare. Il governo meno...»
Sulla prima affermazione, quasi tutti sono d’accordo: non ci salveranno i mercati. Sull’altra – delle due che compongono il titolo del convegno per i 15 anni del Forum del terzo settore – molti sono d’accordo solo in teoria: servono equità, responsabilità e solidarietà per un altro sviluppo. Andrea Olivero, che del Forum è portavoce, non ha dubbi: solo questo “altro” sviluppo è possibile, e ha il pregio di salvaguardare anche le fasce deboli della popolazione.
Olivero, qual è il bilancio di questi 15 anni di Forum del terzo settore?
Innanzitutto è per noi un grande risultato aver tagliato questo traguardo. Non solo ci siamo, ma siamo anche rafforzati e consolidati e continuiamo a lavorare perché il nostro mondo acquisti sempre maggiore consapevolezza di sé. Ogni anno al Forum aderiscono nuove realtà e questo dimostra che siamo ancora un polo di aggregazione e attrazione. Certo, se pensiamo al ruolo, che pure ci spetta, di parte sociale, non tutto è andato come poteva andare…
Cioè?
Il riconoscimento c’è stato, diversi anni fa, ma a questo atto formale non sono poi seguiti i fatti. Abbiamo aperto spazi di interlocuzione con le istituzioni, dal governo agli enti locali, ma le difficoltà non mancano, soprattutto a livello di rappresentanza. Il convegno di oggi serve anche a fare il punto della situazione e rilanciare l’impegno a cambiare quello che non funziona, nel paese e nel nostro settore.
E cosa non funziona, secondo voi?
Sul grande tema della sussidiarietà questo governo, che pure ha al suo interno personalità serie, attente e competenti, non ha una visione strategica e manca della consapevolezza che senza sussidiarietà, equità, partecipazione e solidarietà dalla crisi non si esce. Il modello di sviluppo a cui guarda è ancora quello che ci ha portati al disastro, non ci si rende conto che ci sono possibilità alternative, che noi ben conosciamo e rappresentiamo, ma che si continuano a considerare marginali.
Cosa rimprovera in particolare al governo Monti?
Di aver relegato in secondo piano il welfare, che invece è una delle colonne portanti dell’idea di cittadinanza. E’ considerato un costo inutile, accessorio, da ridurre. Questo è un grave errore, un segno di miopia profonda, perché al contrario il welfare intelligente è spinta all’innovazione del paese, elemento determinante per mantenere la coesione sociale. La crescita non è solo quantitativa, fatta di numeri, ma deve essere qualitativa. Insomma bisogna cambiare rotta.
Sì, ma come?
Mi sento di fare un appello ai cittadini italiani, che ribadiremo anche al convegno: quando saremo chiamati al voto, cerchiamo di scegliere persone che abbiano in testa questa diversa idea di crescita. Altrimenti tra un anno saremo da capo.
Il convegno
“NON CI SALVERANNO I MERCATI. EQUITÀ, RESPONSABILITÀ E SOLIDARIETÀ PER UN ALTRO SVILUPPO”
Roma, 28 giugno ore 9.30 – Via Alibert, 5
Interventi di:
– Andrea Olivero, Portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore
– Maurizio Gubbiotti, socio fondatore del Forum Nazionale Terzo Settore
– Gregorio Arena, docente di Diritto amministrativo all’Università di Trento e presidente di Labsus
– Fabrizio Barca, Ministro per la Coesione Territoriale
– Lorena Rambaudi, Coordinatrice della Commissione politiche sociali della Conferenza delle Regioni
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